Malformazioni toraciche: come trattarle chirurgicamente!
Autore:Le malformazioni toraciche sono rappresentate dal Pectus Escavatum e dal Pectus Carinatum. In Italia sono piuttosto rare mentre nel centro e nel nord Europa l’incidenza è maggiore: di solito questi dimorfismi seguono l’abitus longilineo tipico dei paesi nordici. Scopriamo in questo articolo come trattarli
Malformazioni toraciche: cause e complicanze
Le malformazioni toraciche sono dovute ad uno sviluppo abnorme (maggiore lunghezza) delle cartilagini costali (dalla seconda alla sesta) che, nel loro accrescimento anomalo, possono spingere lo sterno in basso verso l’interno (petto escavato) o in alto verso l’esterno (petto carenato).
Il deficit è prima di tutto estetico: la deformità raramente incide sulla funzione cardiorespiratoria. In alcuni casi estremi di pectus escavato, però, la dislocazione dell’asse cardiovascolare e la compressione polmonare possono portare a disturbi cardiaci o respiratori che vanno sempre valutati attentamente prima della sternocondroplastica. A volte sono evidenti nei primi anni di vita, ma, più spesso, sono una progressiva scoperta con l’avvento della pubertà (quando l’accrescimento in altezza diviene più chiaro).
Terapie per il Pectus Escavatum
In età puberale fino ai 18 anni, si attende lo stabilizzarsi dello sviluppo osteocartilagineo. Nel resto dei casi esistono differenti possibilità di trattamento.
- Intervento di Nuss. Per via endoscopica retrosternale si posiziona una sbarra curva che, ruotando su se stessa per 360°, spinge in alto lo sterno ed il piastrone sterno-costale obbligando lo sterno e le costole a crescere dritte. L’intervento è utile in età puberale;
- Campana. Si sfrutta l’azione continua del vuoto aspirante che la campana crea sul piastrone sterno-costale. Sotto la campana viene creata una depressione mediante una pompa applicata ai bordi dell’escavazione. La campana si applicata ogni sera all’incirca per 8/12 ore per un minimo di 12/24 mesi. Il vuoto applicato continuamente forzerà il piastrone sterno-costale verso l’alto, riducendo l’escavazione e facilitando la crescita dritta delle cartilagini che livellerà la cavità. È una tecnica valida, ma molto lunga. Non sempre da risultati soddisfacenti: implica molta determinazione e costanza;
- Sternocondroplastica. Si tratta di una resecazione dei tratti cartilaginei allungati (dalla seconda alla sesta costola). In tal modo si mobilizza il piastrone sternale che, però, dovrà essere sostenuto per 6 mesi da una sbarra traversale che verrà tolta a calcificazione avvenuta in anestesia locale. È un intervento unico che risolve ogni tipo di petto escavato, in particolare in presenza di deficit cardiorespiratori;
- Plastica di Chavoin. Con questa tecnica, si colma il vuoto dello sterno con una protesi in silicone medicale trattato. La protesi viene lasciata a permanenza. È personalizzata e costruita su misura grazie ai dati della TAC toracica 3D. La protesi viene posizionata in sede sottomuscolare/sottocutanea ed ha una funzione solamente estetica (non consigliata in casi di deficit cardiorespiratorio.
Terapie per il Pectus Carinatum
L’intervento per il Pectus Carinatum è speculare. Viene utilizzata la tecnica della condroplastica riducendo le cartilagini costali. In questo caso, però, lo sterno non va sostenuto, ma deve essere lasciato cadere nella sua posizione anatomica regolare.
Per le malformazioni complesse tipo il “petto arcuato” (molto raro), la condotta terapeutica deve essere ancora più personalizzata: l’alternativa tra semplice plastica estetica o sternocondroplastica verrà decisa di volta in volta secondo età, deficit funzionale, prevalenza della quota escavata (etc.).
Le soluzioni per le deformità toraciche sono dunque varie: in mani esperte sarà sempre possibile scegliere la migliore per ogni paziente.