Morte Endouterina Fetale (MEF): scopri di più!

Pubblicato il: 02/08/2023 Editato da: Sharon Campolongo il 02/08/2023

La Morte Endouterina Fetale è un evento traumatico per tutte le coppie che lo sperimentano. Scopriamo che impatto ha a livello psicologico e che cosa fare in caso questo succeda

Che cosa si intende per Morte Endouterina Fetale (MEF)?

Per Morte Endouterina Fetale (MEF) si intende la morte del feto all’interno della cavità uterina dopo la ventiduesima settimana di gestazione. Nella legislazione vigente in Italia, la differenza tra “nato morto” e “aborto” è posta da questo limite temporale di età gestazionale. Questa condizione medica rappresenta un tragico epilogo della gravidanza e, da un punto di vista emotivo, un momento devastante per la madre e per tutta la famiglia coinvolta.
Non esiste, ad oggi, nessun sistema di classificazione internazionale per identificare le cause di morte prenatale: nel 24% dei casi esse sono sconosciute, negli altri casi esse si sovrappongono a quelle relative all’aborto. Per questo motivo, anche se vengono eseguiti test di approfondimento e/o autopsia del feto, molti casi si verificano in presenza di madri e gravidanze apparentemente sane.

ragazza in lutto

Quali sono le conseguenze della MEF?

Le conseguenze più comuni della MEF possono essere un maggior rischio di depressione post-partum e, in aggiunta ad altri fattori, il rischio di ricorrenza della stessa condizione medica nella gravidanza successiva. Nella coppia può determinare un alto rischio di insorgenza di lutto complicato o di sviluppare un disturbo psichiatrico. Generalmente, in seguito a un’esperienza di lutto prenatale si manifestano emozioni quali il senso di colpa e la vergogna. Questi ultimi possono indurre le coppie a non cercare conforto negli altri e, di conseguenza, a provare ancora più solitudine e smarrimento. Si tratta, a livello clinico, di un vero e proprio lutto.

Non definire una causa equivale a non trovare una ragione e non darsi una ragione è per un essere umano un’esperienza altamente difficile. La mente umana nasce per organizzare e dare senso agli eventi, non sono esclusi, quindi, quelli drammatici come la morte endouterina. Trovare una causa e/o riconoscere fattori di rischio, a livello clinico, può essere d’aiuto, ma quando non si può attribuire una causa specifica?

Che cos’è l’Acceptance and Commitment Therapy?

In quest’ottica l’approccio ACT risulta il modello più indicato per il trattamento di questa condizione medica.

L’Acceptance and Commitment Therapy è una terapia psicologica di terza generazione che rappresenta uno dei più recenti sviluppi dei modelli di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Mira ad aumentare la flessibilità psicologica attraverso il contatto con il momento presente, la riduzione della fusione cognitiva e dell’evitamento esperienziale, con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza dei propri comportamenti e di aiutare le persone a vivere una vita significativa seguendo i propri valori.

Psicologia a Brescia

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