L’osteoma osteoide consiste in una forma tumorale benigna dell’osso e si stima che rappresenti il 12% delle neoplasie che colpiscono l’osso. Colpisce soprattutto il sesso maschile. Ma come trattare questa patologia? Approfondiamo questo argomento grazie all’intervento del Dott. Francesco Fiore, specialista in Radiologia a Napoli
In che cosa consiste l’osteoma osteoide?
Questa neoplasia può insorgere in qualsiasi osso dello scheletro umano ma, secondo numerosi studi, nell’80-90% dei casi colpisce le ossa lunghe degli arti, ossia omero, tibia e femore.
L’osteoma osteoide si presenta nella maggior parte dei casi come un nodulo intorno a mm 5 e raramente con dimensioni massime di 1,5-2 centimetri, di colore giallastro o rosso, riccamente vascolarizzata.
Questa neoplasia può coinvolgere un osso oppure più di uno.
Quali sono le cause e i sintomi?
Le cause sono sconosciute ma si pensa che la formazione dell’osteoma osteoide sia dovuta ad un processo infiammatorio.
La sintomatologia include:
- Dolore soprattutto notturno
- Gonfiore
- Deformità ossea con sclerosi perilesionale
- Atrofia muscolare
- Difficoltà a muovere l’arto interessato
- Aumento o riduzione anomali della crescita ossea
Come si diagnostica?
Per diagnosticare l’osteoma osteoide sono necessari:
- Un esame obiettivo e un’approfondita anamnesi: valutazione attenta dei sintomi che presenta il paziente, generalmente risposta all’aspirina;
- Una serie di esami radiologici: Raggi X, TAC, Scintigrafia Ossea, Risonanza Magnetica Nucleare;
- Una biopsia ossea: prelievo ed analisi di un campione di cellule.
La terapia dell’osteoma osteoide dipende dall’intensità del dolore: se è lieve l’approccio è conservativo; mentre se è intenso ed insopportabile l’approccio sarà interventistico in prima istanza.
Il trattamento conservativo consiste nella somministrazione dei cosiddetti FANS, ossia quei farmaci con proprietà antinfiammatorie ed antidolorifiche. La durata di questa terapia dipende dalla durata della presenza della sintomatologia che solo in alcuni casi scompare senza terapia specifica.
Invece, nell’approccio interventistico:
- Ablazione a Radiofrequenza: consiste in un intervento innovativo considerato attualmente il “Gold standard”, si introduce con precisione millimetrica, sotto guida TC o meglio CBCT un ago-elettrodo a radiofrequenza esattamente nel “nidus” dell’osteoma osteoide, che generando calore, determina l’ablazione della formazione benigna. Tale intervento viene eseguito nelle sale di radiologia da un radiologo interventista. Di solito viene eseguita un’anestesia locoregionale tronculare sotto guida ecografica o spinale. In alcuni distretti è possibile eseguire l’ablazione con Trattamento a MR-HIFU in distretti particolari;
- Solo in casi particolari è previsto il Curettage o Raschiamento: si tratta di un’operazione chirurgica “a cielo aperto” in cui si raschia il nodulo fino alla sua eliminazione.
Quali sono i tempi di recupero?
Il recupero dei pazienti dipende da due fattori:
- La tecnica interventistica utilizzata
- La posizione della neoplasia
Tuttavia, di solito, il recupero avviene dopo qualche giorno, ritornando alle normali attività quotidiane.
Per maggiori informazioni sulla tecnica dell’Ablazione a Radiofrequenza e la sua efficacia leggere l’articolo del Dott. Francesco Fiore “Osteoma Osteoide”, scaricabile in PDF dal suo profilo.