Parliamo dello scompenso cardiaco

Editato da: Serena Silvia Ponso il 09/11/2023

Lo scompenso cardiaco è una condizione clinica dovuta alla ridotta capacità funzionale del cuore. Ce ne parla il Prof. Antonio Rapacciuolo, Cardiologo a Napoli

Come si manifesta lo scompenso cardiaco e quali sono le sue cause principali?

In condizioni normali il cuore alterna una fase di rilasciamento (durante la quale si riempie di sangue) con una fase di contrazione del muscolo cardiaco che consente l’immissione in circolo del sangue poi utilizzato da tutti gli organi. In caso di scompenso cardiaco possono essere inficiate sia la fase di rilasciamento che quella di contrazione, e spesso entrambe le fasi presentano alterazioni presenti nello stesso paziente.

Le cause sono molteplici e possono essere presenti contemporaneamente nello stesso paziente. La causa più frequente è l’infarto miocardico che causa una perdita di cellule funzionanti del cuore. Tutte le patologie cardiovascolari possono, però partecipare all’instaurarsi della condizione clinica: ipertensione arteriosa, problemi valvolari, aritmie. In alcuni pazienti può essere presente un’alterazione a trasmissione familiare.

Quali sono i sintomi tipici dell'insufficienza cardiaca e come si distinguono da altri problemi cardiaci?

I sintomi di scompenso cardiaco includono:

  1. Dispnea (fame d’aria), soprattutto in corso di esercizio fisico. Tale sintomo è legato al ristagno di sangue nel circolo polmonare in quanto il cuore disfunzionante non riesce a gestire tutta la quantità di sangue ossigenato che proviene dai polmoni
  2. Affaticabilità. Il paziente presenta ridotta capacità funzionale perché il cuore non riesce ad aumentare la quantità di sangue necessaria allo svolgimento di normali attività lavorative.
  3. Palpitazioni. Tale sintomo si verifica quando lo scompenso cardiaco si complica con l’insorgenza di aritmie.

 

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Quali sono i fattori di rischio per lo sviluppo dello scompenso cardiaco? Come si può prevenire l'insufficienza cardiaca, specialmente per i soggetti maggiormente esposti?

I fattori di rischio sono tutti quelli delle malattie cardiovascolari in genere. Su alcuni non possiamo intervenire, come ad esempio l’ereditarietà. Su molti fattori possiamo però fare un’ottima prevenzione:

  1. Fumo di sigaretta. L’astensione dal fumo è chiaramente sempre consigliata.
  2. Ipertensione arteriosa. Controllare frequentemente la pressione arteriosa può evidenziare precocemente il problema e il successivo ricorso alla terapia farmacologica che deve essere istituita dal cardiologo. È buona norma, per evitare che la pressione arteriosa diventi troppo alta, ridurre al minimo il consumo di sale.
  3. Alti livelli di colesterolo e trigliceridi. In questo caso, una dieta equilibrata povera di grassi animali e di carboidrati rappresenta un ottimo intervento di prevenzione. Pertanto, ridurre pane, pasta e dolci riduce la formazione di trigliceridi e preferire pesce e carni bianche come fonte di proteine riduce l’introito di colesterolo.
  4. Diabete. Il diabete rappresenta un importantissimo fattore di rischio cardiovascolare. Anche in questo caso una dieta equilibrata riduce l’insorgenza di tale condizione.
  5. Sedentarietà. Un regolare esercizio fisico, soprattutto aerobico, migliora la funzione cardiovascolare. Per intenderci, bisogna favorire l’esercizio fisico come corsa, nuoto, ecc. e ridurre l’esercizio fisico di tipo statico (sollevare pesi).
     

Poiché abbiamo detto che l’infarto miocardico rappresenta la principale condizione che favorisce l’insorgenza dello scompenso cardiaco, è estremamente importante non sottovalutare i sintomi di infarto. Un intervento precoce, infatti, può ridurre enormemente i danni e ridurre la possibilità che successivamente si instauri lo scompenso cardiaco.

Come viene diagnosticata l'insufficienza cardiaca, e quali test sono coinvolti nella diagnosi?

L’insufficienza cardiaca viene sospettata sulla base della storia clinica (esempio precedente infarto miocardico o ipertensione non controllata) associata all’insorgenza dei sintomi precedentemente descritti. Le indagini di laboratorio ci svelano eventuali problemi metabolici. Oltre ad una visita cardiologica, vengono praticati esami di primo livello come elettrocardiogramma ed ecocardiogramma. La necessità di indagini più sofisticate (anche ricorrendo in alcuni casi alla risonanza magnetica) viene decisa dal cardiologo nel corso del follow-up.

Quali sono le opzioni di trattamento disponibili per i pazienti con scompenso cardiaco?

Cardine fondamentale della terapia è l’uso dei farmaci per il trattamento di tutte le condizioni alla base della condizione clinica. Quindi, farmaci antipertensivi per controllare l’ipertensione arteriosa, farmaci per il controllo del diabete e farmaci specifici per elevati livelli di colesterolo e trigliceridi (ovviamente se non controllabili con la sola dieta).

Esistono poi terapie farmacologiche specifiche per lo scompenso cardiaco che vanno istituite dopo opportuno controllo cardiologico. Esistono poi interventi specifici per il trattamento dello scompenso cardiaco come l’impianto di un defibrillatore per la prevenzione della morte improvvisa o di un dispositivo per la stimolazione simultanea del ventricolo destro e sinistro (dispositivo di stimolazione biventricolare) che spesso è in grado anche di migliorare la funzione cardiaca.

 

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L'insufficienza cardiaca è reversibile in alcuni casi o è una condizione permanente?

Purtroppo molto spesso la condizione è permanente. Però la giusta terapia può impedire alla condizione clinica di peggiorare consentendo una buona qualità di vita. In alcuni casi si può ottenere un ritorno alla normale funzione cardiaca, come, ad esempio, in alcuni casi di stimolazione biventricolare (soprattutto nelle donne senza precedente infarto del miocardio) o nei casi in cui lo scompenso cardiaco dipenda esclusivamente da un’aritmia guaribile con terapia farmacologica e\o ablazione (eliminazione) con intervento mediante cateteri specifici.

 

Se vuoi conoscere più da vicino il Prof. Antonio Rapacciuolo, guarda il suo video di presentazione!

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