Prelievo ovocitario e transfer embrionario nella PMA: cosa sapere?

Pubblicato il: 20/03/2025 Editato da: Serena Silvia Ponso il 20/03/2025

La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) rappresenta una soluzione per molte coppie che affrontano difficoltà nel concepimento. Due fasi fondamentali di questo percorso sono il prelievo ovocitario e il transfer embrionario. In questo articolo il Prof. Claudio Manna, esperto in Ginecologia e Ostetricia, nonché specialista in Fecondazione Assistita, risponderà alle domande più frequenti per offrire una panoramica chiara su queste procedure.

Come si prepara la paziente al prelievo ovocitario e quali esami sono necessari?

La preparazione al prelievo ovocitario inizia con la stimolazione ovarica controllata, che favorisce la maturazione di più follicoli. Durante questa fase la paziente viene monitorata attraverso ecografie transvaginali e prelievi ematici per valutare i livelli ormonali. Questi esami permettono di stabilire il momento più adatto per somministrare la gonadotropina corionica umana (hCG), che induce la maturazione finale degli ovociti.

Qual è la differenza tra il prelievo ovocitario in un ciclo fresco e in un ciclo con ovociti congelati?

Nel ciclo fresco, il prelievo ovocitario è seguito immediatamente dalla fertilizzazione degli ovociti e dal transfer embrionario nello stesso ciclo. Al contrario, nel ciclo con ovociti congelati, gli ovociti vengono crioconservati tramite vitrificazione per essere utilizzati in un momento successivo. Questa scelta può dipendere da motivi medici o personali, ad esempio in caso di rischio di sindrome da iperstimolazione ovarica o per preservare la fertilità.

Quanto tempo intercorre tra il prelievo ovocitario e il transfer embrionario?

Il tempo tra il prelievo e il transfer varia in base al protocollo adottato. In un ciclo fresco, il transfer avviene generalmente tra il 2° e il 5° giorno dopo il prelievo, a seconda dello sviluppo embrionale. Nei cicli con embrioni congelati, il transfer viene programmato in un ciclo successivo, ottimizzando le condizioni dell'endometrio per favorire l'impianto.

Quali sintomi sono normali dopo il prelievo ovocitario e quando è necessario contattare il medico?

Dopo il prelievo, è normale avvertire dolore pelvico lieve, gonfiore addominale e leggere perdite ematiche. Tuttavia, sintomi come dolore intenso, febbre alta, difficoltà respiratorie o sanguinamenti abbondanti richiedono un'immediata valutazione medica, poiché potrebbero indicare complicanze come infezioni o sindrome da iperstimolazione ovarica severa.


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Esistono strategie o trattamenti per aumentare le possibilità di impianto dopo il transfer embrionario?

Per migliorare le probabilità di successo del transfer, è fondamentale una buona preparazione endometriale, spesso supportata da terapie ormonali a base di progesterone. È importante anche misurare il progesterone perché se troppo basso può necessitare la somministrazioni di dosi più elevate anche sotto forma di iniezioni Inoltre, l'adozione di uno stile di vita sano, il controllo dello stress e l'adesione alle indicazioni mediche possono influire positivamente sul risultato. In alcuni casi ma prima di pianificare il transfer, tecniche come il "scratching endometriale" eseguito il mese precedente alla procedura, come pure la biopsia endometriale per la ricerca delle plasmacellule o anche la valutazione della cosiddetta “finestra di impianto”, possono essere considerate per specifici profili di pazienti.


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