La protesi totale dell'anca è un trattamento di grande successo per l'artrosi dell'anca, che offre un significativo sollievo dal dolore e una migliore qualità della vita, ripristinando la funzionalità e la mobilità. Le protesi d’anca hanno mostrato risultati eccellenti nel tempo, con una sopravvivenza a 10 anni superiore al 95%.
Esistono diversi approcci chirurgici per impiantare una protesi d’anca, tra cui l'approccio posteriore, l'approccio laterale e l'approccio anteriore diretto.
L'approccio anteriore diretto è l’unica via chirurgica che, grazie al suo piano internervoso e intermuscolare, permette di impiantare la protesi senza tagliare alcun muscolo.
L'approccio anteriore all'anca fu sviluppato per la prima volta da Maximilianus Schede e Karl Hueter a metà del diciannovesimo secolo per il drenaggio degli ascessi tubercolari dell'anca. Marius Smith-Petersen rese popolare questo approccio negli anni '20, cercando un modo per accedere all'anca senza staccare i muscoli dall'osso. Successivamente, con l’avvento delle prime protesi moderne sviluppate da John Charnley nel 1960, l’approccio anteriore cadde in disuso.
La rinascita dell'approccio anteriore per la protesi d’anca si è verificata a metà degli anni '90, con l’avvento della chirurgia mini invasiva grazie a chirurghi formati da Reinhold Ganz in Svizzera. Questo approccio è stato ulteriormente reso popolare da Frederic Laude a Parigi e Joel Matta a Los Angeles. In Italia, l’accesso anteriore diretto è ripreso a partire dagli anni 2000 ed è attualmente praticato solo dal 20% dei chirurghi ortopedici, a causa della prolungata curva di apprendimento della tecnica.
Quando ricorrere alla chirurgia?
L’intervento di protesi d’anca ha lo scopo di restituire la capacità di camminare senza dolore a chi è affetto da una compromissione dell’articolazione dell’anca. Questo intervento è finalizzato a migliorare la qualità di vita del paziente. Dopo un intervento di protesi d’anca per via anteriore, tra il 90% e il 95% dei pazienti si ritiene soddisfatto o molto soddisfatto in relazione a riduzione del dolore, aumento dell’attività, aspettative e capacità di portare pesi.
È ragionevole considerare l’intervento chirurgico quando il dolore e la disabilità, secondo il giudizio del paziente, compromettono la possibilità di condurre una vita soddisfacente.
Quali sono i vantaggi di un approccio chirurgico per via anteriore?
I vantaggi segnalati includono:
- Una degenza ospedaliera più breve,
- Un recupero funzionale più precoce,
- Un miglior posizionamento delle componenti protesiche,
- Minori rischi di lussazione.
Recupero postoperatorio e ritorno alla normalità
Dopo l’intervento di protesi per via anteriore, è possibile mettere in piedi e far camminare il paziente già poche ore dopo l’operazione. La maggior parte dei pazienti riprende a camminare dal giorno successivo e, nell’arco di 1-3 giorni, deambula con l’ausilio di 2 stampelle e con un carico completo sull’arto operato.
Tra le 2 e le 4 settimane si possono abbandonare le stampelle e tornare a camminare autonomamente. Una volta abbandonate le stampelle, è possibile riprendere a guidare.
Con l’approccio anteriore, oltre il 60% dei pazienti viene dimesso a casa e prosegue con una riabilitazione ambulatoriale.