Qual è la differenza tra BPCO e asma?

Qual è la differenza tra BPCO e asma?

Editato da: TOP DOCTORS® il 13/04/2024

Quando un paziente manifesta dispnea, cioè mancanza di fiato, è necessario che si sottoponga ad un esame spirometrico per confermare un’ostruzione delle vie aeree, ed eliminare l’ipotesi che si tratti di una restrizione dei volumi polmonari o di altre condizioni. Inoltre, la spirometria ci aiuta a capire se la causa della dispnea è l’asma o la BPCO. Il Dott. Antonio Anania ci spiega qual è la differenza tra le due patologie

 

 

Cos’è la BPCO?

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una patologia caratterizzata dall’ostruzione delle vie aeree, purtroppo non completamente reversibile. È associata ad una risposta infiammatoria del polmone ad alcune particelle inalate, che può aggravarsi col tempo o avere delle riacutizzazioni. La malattia, però, può essere prevenuta e curata.

I sintomi principali della BPCO sono difficoltà respiratoria (dispnea), tosse, espettorazione (espulsione di catarro) in quei pazienti che si sono esposti a noti fattori di rischio. C’è da dire, però, che non vi è correlazione tra la “quantità” di dispnea e la “quantità” di ostruzione, cioè persone che presentano gravi sintomi possono avere un’ostruzione più limitata rispetto ad altri in cui l’ostruzione è più estesa.

L’esame spirometrico può confermare l’ostruzione e dare informazioni sulla sua estensione. Sottoporsi ad una spirometria dopo avere manifestato i primi sintomi, anche se non di rilievo, può aiutare ad individuare la BPCO già ad uno stadio iniziale.

La spirometria conferma la diagnosi di BPCO e stima la gravità dell’ostruzione, ma è importante tener conto anche altri fattori, come la frequenza delle riacutizzazioni, la presenza di altre malattie (comorbilità) e la gravità della dispnea. Inoltre, è necessario sottoporsi ad altri esami:

  • Test di diffusione dell’ossido di carbonio (DLCO);
  • Ossimetria;
  • Emogasanalisi;
  • Test del cammino in 6 minuti;
  • Radiografia del torace;
  • TC del torace;
  • Ecocardiografia.

 

Il trattamento dev’essere personalizzato in base alla gravità di ogni caso, in modo da evitare il rischio di un’insufficienza respiratoria cronica, condizione che potrebbe richiedere la somministrazione di ossigeno (ossigeno-terapia).

 

Cos’è l’asma bronchiale?

L’asma bronchiale è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree, i cui sintomi sono dispnea, tosse secca (senza o con scarsa espulsione si catarro) e sensazione di costrizione al torace. La causa è un’ostruzione bronchiale più o meno grave. L’asma, però, è reversibile spontaneamente o dopo una terapia adeguata.

L’infiammazione dei bronchioli (le ramificazioni dei bronchi all’interno del polmone) causa l’iperattività bronchiale: le vie aeree si restringono eccessivamente come risposta ad uno stimolo, causando degli episodi sintomatici. Se non trattata, l’infiammazione può arrivare a rimodellare i bronchioli, riducendo così la funzione ventilatoria.

Anche in questo caso la spirometria è necessaria per confermare l’ostruzione e valutarne la gravità e il grado di reversibilità. In alcuni casi, per confermare la diagnosi si utilizza il test di broncostimolazione aspecifica mediante inalazione di metacolina a dosaggio progressivo: in presenza di iperreattività bronchiale si ottiene una riduzione del flusso aereo.

 

Come per la BPCO, anche per l’asma dopo la conferma della diagnosi si procede con la stadiazione (la valutazione del grado di gravità) della malattia. Lo scopo del trattamento è quello di controllare la malattia e mantenerne la remissione, in modo da ridurre il rischio di rimodellamento delle vie aeree e di una progressiva riduzione della funzione polmonare.

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