Le ragadi anali consistono essenzialmente in una ferita del rivestimento cutaneo del canale anale, che dimostrano una considerevole difficoltà nella cicatrizzazione.
Di solito si riscontrano in pazienti adulti, giovani o di media età, ma talora vengono osservate anche nell’infanzia o nell’adolescenza con eguale frequenza nei due sessi
Sintomatologia
Il sintomo principale delle ragadi anali è il dolore durante e dopo la defecazione, di solito costituito da una sensazione di dolore acuto, penetrante e lacerante, proprio durante il passaggio delle feci; può persistere anche in seguito, fino a 3-4 ore dopo, come un bruciore.
Anche il sanguinamento, seppur non costante, costituisce un sintomo assai comune.
In alcuni pazienti la comparsa di un nodulo sentinella fa pensare a un’emorroide congesta ma alla visita proctologica viene fatta la distinzione. Può spesso associarsi prurito anale provocato dall’aumento dell’umidità anale dovuto alla presenza di secrezioni.
Cause e fattori di rischio
Nella gran parte dei casi sembra che l’inizio del problema delle ragadi anali sia dovuto a un trauma del canale anale per il passaggio di feci particolarmente dure e voluminose. La comparsa della stipsi inoltre è spesso riferita dai pazienti come il fattore responsabile della ripresa dei sintomi dopo che la ragade era apparentemente guarita.
Lo spasmo dello sfintere è stato largamente indicato come il fattore responsabile della cronicizzazione, in effetti è una caratteristica pressoché costante in tutti i casi di ragade cronica.
Com’è possibile prevenirle?
La migliore prevenzione possibile sta nell’evitare la stipsi, favorendo quindi tutte le possibili opzioni per avere un’evacuazione regolare e completa, di feci morbide, ben idratate e senza particolare sforzo e lungo tempo speso per defecare.
Molte ragadi (acute) guariscono spontaneamente in 2-3 settimane, al contrario le ragadi anali che cronicizzano sono spesso resistenti ai diversi tentativi di terapia conservativa, da qui l’importanza di una tempestiva diagnosi corretta per instaurare il trattamento che eviti la cronicizzazione da parte di un esperto proctologo.