Rigenerazione autologa: di che cosa si tratta?

Rigenerazione autologa: di che cosa si tratta?

Editato da: Sharon Campolongo il 05/05/2023

Il Prof. Marco Massobrio, specializzato non solo in Ortopedia e Traumatologia, ma anche in Medicina dello Sport e in Medicina Fisica e Riabilitativa, ci parla della rigenerazione autologa, spiegandoci in che cosa consiste e quali sono i benefici e i possibili rischi di questa metodica

A che cosa serve la rigenerazione autologa?

La rigenerazione autologa, o rigenerato osseo in distrazione, consiste nella possibilità di ottenere, nelle ossa lunghe, la formazione di osso dal paziente stesso in caso di fratture, di deformità, di lesioni per cause diverse.

La metodica consente di “far crescere” nel contesto dell’arto malato un nuovo osso che porta a guarigione il paziente.

Perché si utilizza nella ricostruzione ossea?

La tecnica per indurre la nascita del rigenerato è di straordinaria importanza, poiché ha semplificato il trattamento del deficit.

La procedura chirurgica richiede:

  • l’applicazione sull’arto di un Fissatore Esterno;
  • l’interruzione della parte periferica della circonferenza dell’osso (osteotomia corticale) lasciando intatto il rivestimento esterno (periostio), mediante una breve incisione cutanea;
  • la distrazione delle due parti ossee (graduale, millimetrica, quotidiana), tra le quali avviene la formazione del rigenerato autologo.

 Vi sono due modalità di impiego del rigenerato osseo:

  • Rigenerato autologo per allungamento del segmento osseo: l’allontanamento delle due parti di segmento osseo costituisce lo stimolo per il periostio alla formazione di nuovo osso, pari alla distrazione di un millimetro al giorno. L’allungamento è pertanto calcolato, per 1 mm al giorno, in base all’ipometria dell’arto. Raggiunto il valore stabilito, si interrompe l’allungamento (periodo di allungamento). Si mantiene il Fissatore Esterno fino a quando il rigenerato si è trasformato in osso maturo (periodo di consolidazione), dopo il quale si rimuove il Fissatore Esterno. In relazione all’età del paziente il periodo di consolidazione ha una durata due o tre volte superiore a quella del periodo di allungamento (Figura 1 e 2);
  • Rigenerato autologo per trasporto osseo: fratture, infezioni e tumori sono, talora, situazioni patologiche caratterizzate da un grave deficit osseo. La perdita ossea può essere causata anche dalla necessità di asportare chirurgicamente una parte del segmento scheletrico malato. Il Fissatore Esterno, allontanando i segmenti separati dalla osteotomia corticale, dove si forma il rigenerato, trasporta l’osso al posto della parte malata asportata che è così sostituita.

Rigenerato autologo per allungamento del segmento osseo

Rigenerato autologo con tecniche combinate di Fissazione Esterna/Interna: come funziona?

In alcuni casi, per ridurre la durata del mantenimento del Fissatore Esterno, dopo la comparsa del rigenerato e la correzione della deformità, è possibile:

  • Rimuovere l’apparecchio per sostituirlo con un chiodo statico di sintesi endomidollare (tecnica LATN = lengthening and then nailing);
  • Oppure applicare contemporaneamente al Fissatore Esterno il chiodo endomidollare, con lo scopo di rimuovere poi il sistema esterno al termine della distrazione e bloccare con apposite viti la sintesi interna (tecnica LON = lenghtening over a nail; tecnica BTON = bone transport over a nail).

Rigenerato autologo con Chiodo Endomidollare Allungabile a controllo magnetico: in cosa consiste?

Nel caso di allungamenti di modesta entità (< 5 cm.) è possibile ottenere un rigenerato autologo mediante l’interruzione del segmento osseo, associata all’impiego di un chiodo allungabile mediante un controllo magnetico, che svolge con alcuni limiti, la stessa funzione del fissatore esterno (ILN = intramedullary lenghtening nail).

Questo sistema non consente la correzione delle deformità angolari e gli allungamenti maggiori.

Quali sono i benefici di tale tecnica?

Il rigenerato in distrazione è l’unica tecnica che permette, senza altri atti chirurgici associati (prelievo e innesto), di ricostruire un segmento osseo con tessuto autologo, cioè dello stesso paziente, per deficit volumetrici o staturali molto gravi così come di modesta entità ma non risolti con altre procedure.

Esistono delle controindicazioni?

La formazione di un rigenerato può essere condizionata dallo stato di salute del paziente e dall’età.

Nei primi decenni di vita la capacità dell’osso di dare luogo al rigenerato in distrazione è maggiore; tuttavia l’età adulta non costituisce una controindicazione.

Ha una fondamentale importanza la motivazione del paziente per raggiungere gli obiettivi del trattamento e l’accettazione del Fissatore Esterno durante il periodo necessario.

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