Scopriamo insieme la chirurgia dei nervi periferici

Top Doctors
Scritto da: La redazione di Top Doctors
Pubblicato il: 21/07/2022 Editato da: Antonietta Rizzotti il 11/05/2023

La chirurgia dei nervi periferici si occupa del trattamento di disturbi e patologie riguardanti il sistema nervoso periferico. I nervi periferici sono un allungamento delle cellule-nervo collocate all'interno del midollo spinale e del cervello umano

Che cosa sono i nervi periferici?

nervi periferici sono le strutture anatomiche attraverso cui gli stimoli sensitivi (le sensazioni tutte, quindi il tatto, calore e freddo, dolore ecc.) giungono al sistema nervoso centrale (midollo spinale ed encefalo) e gli impulsi di movimento dal sistema nervoso centrale raggiungono i muscoli. Comprendono anche fibre che sono responsabili di funzioni del cosiddetto sistema nervoso autonomo (sudorazione e secrezioni delle ghiandole ad esempio di quelle salivari).

Quando è necessario intervenire chirurgicamente?

È necessario intervenire chirurgicamente quando i nervi sono lesionati (totalmente ma anche parzialmente) o quando sono compressi. Nel primo caso si tratta di lesioni traumatiche (da taglio, avulsione, ecc.). La discontinuità delle strutture nervose e delle guaine che le avvolgono determina una interruzione della funzione nervosa nei territori innervati dal nervo interessato (quindi riduzione o mancanza di sensibilità, cioè anestesia e paralisi dei movimenti). Si dovrà trattare caso per caso identificando il tipo di lesione (se a più livelli del tronco nervoso, se totali o parziali con formazioni di neuromi, reazioni del nervo che tenta di rigenerare ma non si impegna nelle strutture anatomiche giuste). La riparazione, nel caso più semplice, si esegue sotto ingrandimento (loupes o microscopio operatorio se nervi molto piccoli come quelli digitali o quelli dei bambini) dando punti di sutura molto piccoli per affrontare le strutture lesionate. Una volta ricostruita la struttura, le fibre nervose potranno rigenerare lungo il tronco nervoso, in tempi lunghi (1 mm al giorno) Nel secondo si tratta di nervi che si trovano in regioni anatomiche “strette”, per questo definite canali o tunnel, nelle quali i nervi possono essere compressi da altre strutture anatomiche. In questi casi si ha riduzione della sensibilità, dolore, e poi riduzione delle capacità di movimento fino alla paralisi. Tipici i sintomi della sindrome del tunnel carpale: dapprima riduzione della sensibilità dei polpastrelli delle prime tre dita e della metà radiale del quarto dito, dolori per lo più notturni che disturbano il sonno (durante la notte c’è sempre un aumento della congestione venosa), quindi progressione della riduzione della sensibilità e riduzione delle capacità di movimento del pollice (con associata riduzione della massa dei muscoli che fanno muovere il pollice, posti alla base di esso, cosiddetta eminenza tenare).

In che cosa consiste la chirurgia dei nervi periferici?

In ogni caso si deve accedere al nervo lesionato o compresso attraverso un’incisione cutanea, dissecare fino a trovare il nervo, momento che richiede la conoscenza dell’anatomia chirurgica ed uso di mezzi di ingrandimento (loupes o microscopio operatorio), quindi individuare il danno e1) in caso di lesione riparare il nervo con punti molto sottili per riaffrontarne i monconi correttamente o 2) decomprimere il nervo sezionando le strutture connettivali (legamenti) che lo comprimono e poi liberare il nervo da eventuali aderenze, sempre sotto ingrandimento ed utilizzando strumentario delicato microchirurgico.

Quali sono i vantaggi?

I vantaggi della chirurgia dei nervi periferici sono la ripresa delle funzioni del nervo (rigenerazione avviene 1 mm al giorno), la scomparsa dei dolori, della riduzione di sensibilità e della paralisi dei muscoli innervati dal nervo. I rischi sono quelli comuni di intervento chirurgico (formazione di ematoma, possibile infezione del sito chirurgico), e in più la formazione di una cicatrice esuberante che potrebbe strozzare il nervo impedendone la guarigione e la rigenerazione. La corretta esecuzione delle tecniche di riparazione/decompressione insieme alla manipolazione delicata dei tessuti evita quest’ultima complicanza. Altra complicanza nasce dalla incompleta sezione dei legamenti che comprimono il nervo nel caso della sindrome compressiva; in questi casi persistono i sintomi della compressione anche dopo intervento di decompressione. Essa può essere evitata se il chirurgo rivede il suo lavoro fino all’ultimo.

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