Come gestire la Sindrome dell’Intestino Irritabile: i consigli del Prof. Samir Sukkar

Pubblicato il: 29/05/2025 Editato da: Vittoria Marcucci il 29/05/2025

La Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) è un disturbo funzionale cronico che coinvolge il tratto gastrointestinale, caratterizzato da sintomi come dolore addominale, gonfiore, stipsi, diarrea o alternanza di entrambe le condizioni. Sebbene non provochi danni strutturali all’intestino, può influire significativamente sulla qualità della vita, rendendo le attività quotidiane difficili. Fortunatamente, esistono diverse strategie per gestire i sintomi e migliorare il benessere generale 

Cause e fattori scatenanti: un quadro complesso 

Le cause esatte dell'IBS non sono ancora completamente comprese, ma si pensa che sia un disturbo multifattoriale. Tra i principali fattori scatenanti vi sono alterazioni della motilità intestinale, ipersensibilità viscerale, squilibri del microbiota intestinale e disfunzioni del sistema nervoso enterico. Inoltre, stress, alimentazione scorretta e uno stile di vita frenetico possono peggiorare i sintomi, rendendo necessaria una gestione personalizzata del disturbo. 

Il ruolo cruciale della dieta 

L'alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella gestione della sindrome dell’intestino irritabile. Una delle diete più efficaci è quella a basso contenuto di FODMAP, che prevede la riduzione degli alimenti fermentabili responsabili di gonfiore e disturbi digestivi. Alcuni degli alimenti da limitare sono legumi, latticini, alcune verdure come cavoli e cipolle, frutta ricca di fruttosio e dolcificanti artificiali. Al contrario, alimenti ben tollerati comprendono riso, carne bianca, pesce, uova e verdure a basso contenuto di fibre insolubili. 

Inoltre, l’integrazione di probiotici specifici può favorire l'equilibrio del microbiota intestinale e ridurre sintomi come gonfiore e irregolarità intestinale. Ogni intervento nutrizionale dovrebbe essere personalizzato e seguito da un dietologo esperto per evitare carenze nutrizionali e ottimizzare la gestione della sindrome. 

Opzioni terapeutiche: farmaci e trattamenti 

Oltre alla dieta, l’approccio terapeutico prevede diverse opzioni farmacologiche per controllare i sintomi. Tra i farmaci comunemente prescritti ci sono: 

  • Antispastici: utili per ridurre il dolore addominale e i crampi. 
  • Regolatori della motilità intestinale: per trattare la stipsi o la diarrea predominante. 
  • Probiotici e prebiotici: per migliorare la composizione del microbiota intestinale. 
  • Farmaci contro l’ipersensibilità viscerale: riducono la percezione del dolore intestinale. 


Stanno emergendo anche trattamenti innovativi, come antibiotici specifici per riequilibrare la flora intestinale e farmaci mirati a modulare il sistema nervoso enterico, che si sta rivelando promettente nel trattamento dell’IBS. 

Gestire lo stress: l’approccio psicologico 

Lo stress gioca un ruolo importante nella sindrome dell’intestino irritabile. Per questo motivo, tecniche di rilassamento come la mindfulness, la meditazione e la terapia cognitivo-comportamentale possono essere molto utili nel migliorare i sintomi. Alcuni studi suggeriscono che anche l'ipnosi intestinale possa essere efficace per ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita di chi soffre di IBS. 

Quando consultare uno specialista 

Chi soffre di sintomi persistenti di IBS dovrebbe rivolgersi a un gastroenterologo per una diagnosi accurata. Un medico esperto può escludere altre patologie come la celiachia o le malattie infiammatorie intestinali. Un approccio personalizzato che integri dieta, trattamenti farmacologici e tecniche psicologiche rappresenta la soluzione ideale per gestire al meglio la sindrome dell’intestino irritabile. 


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