Steatosi Epatica e Steatoepatite non alcolica

Steatosi Epatica e Steatoepatite non alcolica

Editato da: Antonietta Rizzotti il 03/11/2020

L’epatopatia steatosica non alcolica (acronimo “NAFLD”, dall’inglese non-alcoholic fatty liver disease) è caratterizzata dall’accumulo di grasso all’interno del fegato di pazienti che non abusano di alcolici. Ne parla il Prof. Umberto Vespasiani Gentilucci, esperto in Medicina Interna a Roma

Perché viene chiamata in questo modo?

Viene definita in questo modo proprio perché, dal punto di vista dell’esame istologico del fegato, è praticamente indistinguibile dal danno epatico da alcool, sebbene i pazienti possano essere del tutto astemi. Nella maggior parte dei casi è una patologia relativamente indolente ma, in taluni casi, produce un danno che evolve sino alla cirrosi epatica ed al tumore del fegato.

Quali sono le cause del fegato grasso?

Obesità, deficit nutrizionali, agenti tossici etc. Come tutte le malattie multifattoriali, il fegato grasso ha come substrato la predisposizione genetica ed i fattori ambientali (in questo caso, gli squilibri metabolici). La maggior parte dei pazienti affetti sono sovrappeso od obesi, hanno alterazioni del metabolismo glicidico che spaziano da una lieve alterazione della glicemia basale o dopo il pasto sino a quadri di diabete franco, ed hanno alterazioni del profilo lipidico. Tuttavia, non è infrequente osservare fegato grasso in pazienti senza apparenti fattori predisponenti dal punto di vista metabolico, ad esempio normopeso e con normale tolleranza glicidica, nei quali si ritiene che la predisposizione genetica abbia un ruolo dominante. Più raramente, a determinare fegato grasso sono alcuni farmaci, ma in tal caso sarebbe più opportuno parlare specificamente di steatosi indotta da farmaci.

Come vengono diagnosticate la steatosi e la steatoepatite?

Esami del sangue, TAC, ecografie etc. La diagnosi di epatopatia steatosica non alcolica può essere posta con un semplice esame radiologico (ecografia, TAC o Risonanza) che documenti la presenza di fegato grasso in pazienti che non abusano di alcolici e non hanno altre forme di epatopatia (oltre ad i farmaci, come specificato prima, la steatosi può essere infatti anche conseguenza di epatiti virali od altre forme più rare di danno epatico). Un semplice esame radiologico non consente tuttavia di distinguere tra una steatosi semplice ed una steatoepatite non alcolica (acronimo “NASH”, dall’inglese non-alcoholic fatty liver disease). La diagnosi di NASH, che rappresenta la forma più aggressiva di epatopatia steatosica non alcolica e che ha il maggior rischio di progressione, può essere posta solo attraverso una biopsia epatica che, oltre alla presenza di grasso, documenti anche infiammazione e segni di sofferenza degli epatociti (ballooning). La biopsia epatica è tuttavia un’indagine invasiva, che viene normalmente riservata ai casi nei quali la valutazione medica ed altri test non invasivi abbiamo fatto sorgere il sospetto di una NASH e/o di una fibrosi epatica significativa.

Quali sono i rischi e le possibili complicanze della patologia?

La steatosi semplice va considerata una patologia relativamente benigna, con potenzialità evolutive praticamente nulle. La steatoepatite non alcolica (NASH), viceversa, ha la potenzialità di progredire nel corso degli anni e portare il paziente alla fibrosi, alla cirrosi, allo scompenso epatico ed al tumore del fegato.

In che cosa consiste il trattamento della steatosi epatica?

Terapia farmacologica, dieta etc. Steatosi e steatoepatite sono condizioni completamente reversibili. A differenza di quanto comunemente pensato, sono maggiormente associate all’alterato metabolismo degli zuccheri che a quello dei grassi. In sostanza, un paziente con fegato grasso dovrebbe prima di tutto limitare l’introito di zuccheri (pasta, pane, pizza, dolci), intensificando l’attività fisica per favorire il calo ponderale e ridurre l’insulino-resistenza. Un calo ponderale del 7-10% ha dimostrato di apportare dei benefici enormi in questo tipo di malattia, maggiori di quelli che possano essere favoriti da qualsiasi farmaco testato sino oggi. Alcuni farmaci già disponibili in commercio con altre indicazioni hanno già dimostrato efficacia nel trattamento della steatosi e della NASH, mentre molte molecole sono in fase di sperimentazione avanzata attendendo di poter entrare nello specifico armamentario terapeutico di questa malattia.

 

 

Medicina Interna a Roma