Tè alle foglie di coca: quando un’innocua bevanda può comprometterti legalmente

Pubblicato il: 25/10/2024 Editato da: Vittoria Marcucci il 25/10/2024

Ti vogliono far bere in buona fede un bel tè alle foglie di coca? Ringraziali, mate digli di no, specie se guidi o se sul lavoro eserciti mansioni a rischio o se sei uno sportivo professionista sottoposto a controlli antidoping!


Negli ultimi quasi 30 anni (1), la letteratura medica più autorevole ha emesso a più riprese chiari caveat universali (oggi va di moda l’aggettivo universale, meglio se accanto al termine reato...) circa i rischi del consumo disinvolto di mate de coca, alias tè alle foglie di coca. Per stupefarsi bisognerebbe berne a litri, d’accordo, ma ce ne vuole molto meno perché, indebitamente e inconsapevolmente (ed è successo purtroppo anche a chi scrive), le proprie urine risultino positive ai comuni test tossicologici antidroga per la cocaina, sia quelli fai da te sia quelli, ben più compromettenti, fatti da altri, in laboratori analisi i cui referti possiedono un peso a volte devastante in termini di conseguenze legali!


Ci si sono messi poi la letteratura giornalistica (2), articoletti di portatori di interessi vari (3), Wikipedia edizione italiana (4), e articoli scientificamente più affidabili, pubblicati da istituzioni puntualmente precise e meticolose (5) (sono svizzeri!), a confermare, descrivere e riportare casi effettivamente scandalosi di persone distratte e imprudenti che, per aver bevuto una tazza di tè alla coca comprato da loro stessi o da parenti o conoscenti durante una qualche vacanza andina, si sono clamorosamente rovinate a livello lavorativo, essendo state scambiate per consumatori di cocaina grazie a semplici esami di laboratorio.


Insomma, bere un tè alle foglie di coca può costare molto caro! Tale nozione dovrebbe essere risaputa, ma a parere di chi scrive, non lo è affatto. D’altro canto, complice forse il risveglio vacanziero post-Covid che ha indotto molti turisti a raggiungere Perù e altri Paesi andini, il fenomeno del rincasare portandosi innocentemente nel bagaglio una confezione di queste bustine, la cui detenzione e consumo sono leciti in quei Paesi ma non nel nostro, continua a imperversare.


È attingendo a questo pseudospaccio gigione che mi sono preparato sabato scorso una bella tazza di mate de coca: solita bustina simile al nostro classico tè, ma con un odore erbaceo che nulla ha a che vedere con il nostro tè.

Il demone dell’autosperimentazione, probabilmente trasmessomi dal Prof. Beniamino Palmieri di Modena (6), ha agito su di me e quel mate de coca me lo sono responsabilmente sorseggiato non appena si è intiepidito. Il lettore dirà: “E perché mai?”

Beh, posto che la letteratura scientifica (1) indica in almeno 20 ore il tempo di permanenza di una BEC dosabile nelle urine dopo il consumo di mate de coca, il mio obiettivo da autosperimentatore ormai incallito (7, 8) era misurare su me stesso la durata di quella che la letteratura laica più ruspante (3) indica come falsa positività delle urine per la cocaina. Trattasi invece di positività vera e non falsa, in quanto la BEC, metabolita della cocaina e specifico analita individuato dai comuni test immunoenzimatici antidroga in uso dappertutto, proviene necessariamente dalla cocaina!


Ma veniamo all’autoesperimento, eseguito alle 17:30: la mia bevanda aveva odore e gusto erbaceo, niente di che, insomma. Nessuna sensazione voluttuosa dopo averla bevuta, nemmeno effetti energizzanti. Mi sono dimenticato dell’autoesperimento, ho dormito bene tutta la notte e ho deciso di non autotestarmi il giorno dopo, ma di attendere il lunedì mattina. Ho adoperato lo stesso test rapido che uso nel mio studio coi miei pazienti birichini cocainomani che mi dicono di avere smesso, ma io non ci credo davvero mai al 100%”.

Detto fatto: lunedì, ossia l’altro ieri, al mattino, al mio risveglio alle ore 7:30, mi autotesto le urine e… sorpresa: a 38 ore esatte dall’ingestione del mate de coca le mie urine sono ancora nettamente positive! Mi astengo dal guidare, dunque: ci mancherebbe altro che proprio io, Medico Legale di fiducia di tanti conducenti incappati nelle maglie della giustizia penale e costretti a farsi rivalutare l’idoneità dalle Commissioni Patenti, dovessi comparire dinanzi a tale commissione per avere violato l’art. 187 CdS, ossia avere guidato in stato di alterazione psichica da cocaina! Giusto ieri alle 17:30, quindi a 3 giorni esatti dal mate de coca, ho ripetuto il test, stavolta con esito pacificamente negativo.


È rilevante, a mio avviso, avere riscontrato un test urinario per la cocaina ancora positivo a un giorno e mezzo dall’ingestione, ergo a ben più delle 20 ore di cui sopra (1). A mio parere, davanti a quel almeno 20 ore, il lettore medio ipotizza un tempo massimo non troppo superiore, direi attorno alle 24 ore, e pertanto tende pericolosamente a prevedere la propria negativizzazione subito dopo tale ridotto intervallo temporale. È rilevante il riscontro di finalmente negatività del test alla sua ripetizione, avvenuta però (anzi mi si conceda un… Perù…) a 72 ore dall’ingestione.


In letteratura solo un articoletto, ahimè sconosciuto ai più, riporta una bella, ma striminzita sperimentazione su solo 3 soggetti e dimostra la positività persistente per più giorni dopo aver bevuto il nostro simpatico infuso (10).

Ritengo pertanto che su un tema come questo convenga segnalare in italiano ed erga omnes, e dunque non soltanto alla platea degli operatori sanitari, il pericolo connesso a una pratica apparentemente innocua come bersi un infuso di foglie di coca.


In conclusione, anche se 9 anni fa il Santo Padre in persona (che la Papa-mobile la fa comunque guidare ad altri) per una legittima e, vieppiù, sacrosanta esigenza di gentile acclimatazione culturale rispetto ai Paesi che stava per visitare, ebbe a reclamare il suo diritto non solo a bersi il mate de coca, ma addirittura a masticare foglie di coca (9), noi comuni mortali, possessori di patente di guida, nonché tutti coloro che, al di fuori del trasporto su strada, espletano mansioni lavorative a rischio (come gruisti, mulettisti, ecc.), o praticano sport professionistici, vediamo bene di astenerci dall’utilizzare le solo apparentemente innocue bustine di tè alle foglie di cocaina, altrimenti dette mate de coca.


Infatti, ammesso e non concesso che si sia consapevoli del fenomeno sopra descritto della positivizzazione per cocaina delle proprie urine, anche se non si è mai usata cocaina in vita propria, si rammenti bene, se si decide di berlo lo stesso quel mate (e berlo in Italia non dimentichiamo che è illegale!), che se si vogliono evitare grane con patente, lavoro e sport, esiste un periodo di interdizione che supera largamente le 24 ore.


Biblio-sitografia

  • Amanda J. Jenkins, Teobaldo Llosa, Ivan Montoya, and Edward J. Cone, Addiction Research Center, NIDA/NIH, Identification and quantitation of alkaloids in coca tea. Forensic Science International, 1996, 77(3): 179–189.
  • G. Filetto, "Nel mate di coca c'è principio attivo: i Nas ritirano la tisana in tutta Italia," La Repubblica, ed. Genova, 19 dicembre 2025. Un autista di bus genovese risultò positivo alla cocaina dopo un’analisi del sangue.
  • Evolution Treks Peru, "Coca Tea and Drug Test Results," disponibile su: https://www.evolutiontreksperu.com/coca-tea-drug-test-results.html.
  • Wikipedia, voce "Mate de coca," disponibile su: https://it.wikipedia.org/wiki/Mate_de_coca.
  • Epidemiologia & Salute pubblica, a cura del Medico Cantonale, vol. V, n. 12, anno 2022.
  • Medico cura te stesso, disponibile su: https://medicocuratestesso.com.
  • F. Fantozzi, "Una formidabile performance a luce… verde," Alcologia, n. 16, aprile 2013, pp. 33-34.
  • F. Fantozzi, "Il fumo di 'cannabis legale' come strumento per la riduzione del danno alla salute da tabacco," Mission - Italian Quarterly Journal of Addiction, n. 49, gennaio 2018.
  • Rai News, "Il papa e le foglie di coca: ecco gli effetti della masticazione," disponibile su: https://www.rainews.it/archivio-rainews/articoli/Il-papa-e-le-foglie-di-coca-ecco-gli-effetti-della-masticazione-5b7646dc-19b3-40a9-ba01-239c3a6eb07c.html.
  • T. Gray, S. Shah, L. Brace, T. Tolhurst, M. Juhascik, A. Negrusz, "Detection and quantitation of cocaine and metabolites in urine and hair after consumption of coca tea," Problems of Forensic Sciences, 93: 450-464, 2013.
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