Test del PSA: a cosa serve e come interpretarlo
Grazie all’intervento del Prof. Emilio Sacco, specialista in Urologia, cerchiamo di capire in cosa consiste il test del PSA e quando si utilizza
Che cos’è il test del PSA?
PSA sta per Antigene Prostatico-Specifico e si tratta di un semplice esame del sangue.
Il test serve a dosare il livello ematico di questa sostanza proteica che è prodotta dalle cellule della prostata, sia benigne che maligne.
Lo si può eseguire in qualunque laboratorio di analisi.
È sufficiente un singolo dosaggio?
È importante eseguire il dosaggio almeno due volte, soprattutto se risulta anormale, questo perché vari fattori possono influenzarlo. Meglio rieseguire il test nello stesso laboratorio, perché possono esserci variazioni tra un laboratorio ed un altro.
Spesso a cambiare è anche il livello sotto al quale il PSA è considerato normale. Il valore può inoltre essere modificato nel breve periodo da transitorie infiammazioni urinarie, da un’eiaculazione o un esercizio fisico vigoroso (come il ciclismo), una cistoscopia, un’esplorazione digitale o un’ecografia trans-rettale della prostata nei due giorni precedenti l’esame.
Perché si esegue il test?
Il test serve a valutare il rischio di avere un tumore maligno (o carcinoma) aggressivo della prostata ai fini di una diagnosi precoce.
Di per sé il test non è diagnostico, perché il PSA aumenta anche in caso di ipertrofia prostatica (ingrossamento benigno della prostata) o di prostatite (infiammazione prostatica). Tuttavia, il test aiuta il medico a valutare l’opportunità di eseguire ulteriori accertamenti.
Poiché il tumore della prostata è quello più frequente nel sesso maschile e normalmente si manifesta dopo i 50 anni, si consiglia il dosaggio del PSA agli uomini sopra questa soglia di età almeno una volta l’anno. Sopra i 70 anni il test è consigliato in casi selezionati. In caso di familiarità, lo si consiglia a partire dai 40 anni.
Come interpretare i risultati?
Non esiste un valore sicuramente normale di PSA sebbene generalmente si indica 4 ng/ml come valore soglia. Più alto è il valore riscontrato, più alto è il rischio di avere un tumore della prostata.
Pertanto, l’interpretazione del risultato nel singolo paziente richiede un’attenta valutazione dei fattori che influenzano il test, dei fattori di rischio (età, familiarità, obesità, etnia afro-americana), della storia clinica e dell’esplorazione rettale digitale.
Il medico tiene inoltre in conto anche la velocità di crescita del PSA nel tempo, il rapporto col volume prostatico e il rapporto tra due diverse forme dosabili di PSA, quello libero e quello totale. Pertanto, l’interpretazione del test è molto complessa e va affidata ad un Urologo di fiducia.