Tumore alla prostata: come riconoscerlo?
Autore:Nei paesi occidentali rappresenta la tipologia più diffusa di tumore maligno nell’uomo e la seconda causa di morte, dopo il cancro dei polmoni. Ne parla il Dott. Giuseppe Lauria, esperto in Urologia a Palermo
Che cos’è il tumore alla prostata?
L'insorgere del tumore alla prostata è correlato con l’età (generalmente l’età media della diagnosi è di 69 anni) e può crescere progressivamente con il passare del tempo. Si sviluppa nell’area periferica della ghiandola prostatica, motivo per cui non presenta sintomi o segni patognomonici, tranne nelle fasi avanzate, dove, invece, si insidia nel collo vescicale o nell’uretra prostatica, causando emospermia, ematuria o disturbi minzionali.
Come si effettua la diagnosi?
In genere, la diagnosi viene eseguita solo dopo aver sottoposto il paziente ad uno screening diagnostico che include:
- Esplorazione rettale e, quindi, l’esame clinico della ghiandola prostatica;
- Dosaggio del PSA totale (antigene prostatico specifico);
- PSA FREE e RATIO;
- Ecografia prostatica transrettale;
- Colordoppler;
- Risonanza Magnetica Multiparametrica;
- Agobiopsia prostatica fusion;
- Scintigrafia Ossea Total Boby;
- TAC Total Boby (nel caso di metastasi sospette, al fine di estadiare la patologia).
Come si riconosce?
Nella maggior parte dei casi, il tumore alla prostata è asintomatico. Solamente, nella fase avanzata il paziente accuserà sintomatologia ostruttiva, presenza di sangue nelle urine e nello sperma.
Per questi motivi, si consiglia di effettuare una visita prostatica di controllo e PSA a partire dai 50 anni di età (almeno una volta l’anno) e dai 40 anni se, invece, ci sono stati casi in famiglia di tumore alla prostata.
È possibile curarlo?
Oggi, fortunatamente, rappresenta una delle malattie tumorali curabili al meglio ed esistono diverse opzioni terapeutiche che il medico indica al paziente, a seconda dell’aggressività istologica.