Una mascherina può dirti se hai il COVID-19: realtà o fantascienza?

Top Doctors
Scritto da: La redazione di Top Doctors
Pubblicato il: 21/05/2020 Editato da: Marta Buonomano il 20/05/2020

Ancora non esiste una mascherina in grado di dirti se sei positivo al COVID-19, ma sarebbe possibile realizzarla?

Diagnosi di COVID-19: le mascherine potrebbero aiutare?

ragazza che indossa una mascherinaUn team di ricerca americano ha avviato uno studio per riuscire a creare delle particolari mascherine in grado non solo di proteggere dal contagio chi le indossa, ma anche di fornire informazioni circa la possibile positività al Coronavirus. Lo scopo di questo progetto è quello di offrire un nuovo metodo diagnostico, rapido ed affidabile, a tutta la popolazione, riducendo quindi anche il rischio di contagio per il personale medico e sanitario.

Diagnosi di Coronavirus: come avviene?

Attualmente per la diagnosi di COVID-19 possiamo fare affidamento solamente sui tamponi o sui test sierologici, che non sempre sono attendibili e possono necessitare molto tempo prima di fornire i risultati.

Su cosa si basa la ricerca in corso?

Il team di ricercatori che compone questo studio aveva già collaborato in passato a dei test rapidi per individuare i virus Zika ed Ebola. Questi si servivano di un foglietto di carta che, una volta bagnato in acqua, attivava dei particolari circuiti genetici inseriti al loro interno i quali, una volta entrati in contatto con il virus, diventavano fluorescenti. Grazie proprio a questi studi, i ricercatori hanno dimostrato che i circuiti genetici inseriti nella carta possono essere integrati anche nei tessuti, rendendo quindi possibile creare del dispositivi di protezione in grado di fornire una diagnosi.

Come funzionerebbero le nuove mascherine?

mascherine chirurgiche di diverso coloreQuando parliamo, emettiamo vapore e, se siamo infetti, insieme al vapore espelliamo anche delle particelle virali. Partendo da questo principio e tenendo in considerazione il fatto che le suddette particelle sono presenti sia nel vapore che sotto forma di piccole goccioline (le stesse che espelliamo con la tosse e gli starnuti), i ricercatori stanno provando a sviluppare una mascherina che si avvale degli stessi circuiti genetici utilizzati per i test rapidi di Zika ed Ebola e che sia in grado di fornire una diagnosi in 2-3 ore, ad esempio diventando fluorescente in caso di positività. In questo modo, sarebbero la saliva ed il vapore ad individuare la presenza del virus nel nostro organismo e, in caso di positività, sarebbe necessario rispettare il protocollo standard per limitare il contagio (informare il personale medico e rispettare l’isolamento domiciliare in attesa di ulteriori conferme più tradizionali).

Queste mascherine potrebbero ridurre notevolmente il rischio di contagio e diffusione del COVID-19, soprattutto nel caso di persone asintomatiche e che quindi non sanno di essere infette! Ovviamente, prima di renderle operative dovranno essere messi a punto alcuni dettagli, come ad esempio scegliere il tipo di sensore biologico più performante nella rilevazione del virus, oppure decidere se creare delle nuove mascherine in grado di fornire la diagnosi o se produrre presidi da applicare su dispositivi che già si possiedono.

 

Vi ricordiamo che è possibile mettersi in contatto con uno specialista di prim’ordine, senza bisogno di esporsi al rischio di contagio recandosi presso cliniche e ospedali, attraverso il servizio di Telemedicina.

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