Utero ricevente e microbiota uterino

Utero ricevente e microbiota uterino

Editato da: Marta Buonomano il 07/01/2020

Il Prof. Antonio Colicchia, esperto in Procreazione Assistita a Roma, ci spiega qual è la relazione tra il microbiota uterino e la recettività dell’utero durante la Fecondazione Assistita

Ovodonazione: è possibile che l’utero non accetti l’embrione impiantato?

donna che si tocca la panciaQuando una coppia ricorre ad una ovodonazione, a causa dell’esaurimento della riserva ovocitaria ovarica, deve essere messa al corrente che le percentuali di successo sono molto alte (superiori al 50%) e che nella riuscita della tecnica non c’è solo la qualità embrionaria, ma anche la recettività uterina.

Nel “dialogo” tra embrione ed utero sono coinvolti molti fattori ormonali, immunitari, batterici e genetici che facilitano od ostacolano il processo dell’impianto fino a causare ripetuti insuccessi o aborti. Un nuovo campo di indagine è quello riferito all’importanza della presenza di batteri patogeni che possono causare microinfezioni senza sintomi o la presenza dei saprofiti, i batteri “buoni”, che aiutano a mantenere il normale equilibrio del nostro organismo.

Microbiota: in che modo influisce sulla fecondazione assistita?

È noto che il progesterone è il principale ormone che predispone l’utero all’impianto, mantenendo la recettività uterina al massimo della sua capacità per favorire l’attecchimento e la crescita. Un recente aspetto sul quale si sta concentrando la ricerca è la presenza in utero di batteri patogeni, quelli in grado di generare una infezione e la presenza di batteri saprofiti, quelli “buoni” che mantengono in equilibrio un organo o un apparato. È noto che i batteri intestinali producono vitamine e che dopo una terapia antibiotica devono essere reintegrati.

Anche in utero sono presenti dei saprofiti come il Lattobacillus Crispatus ed altri lattobacilli, presenti anche in vagina, che mantengono la cavità uterina in una condizione di recettività per gli embrioni.

Come si possono valutare le condizioni dell’utero?

donna che si tocca la panciaSono disponibili dei test genetici molto sensibili, in grado di evidenziare piccolissime quantità di flora batterica, che sono utilizzati per vedere sia la presenza di patogeni che quella dei saprofiti. In caso fosse necessario, si possono combattere le infezioni e poi reintegrare con lattobacilli sia la cavità vaginale che quella uterina. La loro presenza è stata messa in relazione con le percentuali di successo d’impianto.

I batteri formano un sottile velo, un “biofilm” che copre le mucose dell’utero e della vagina, difficile da attaccare da parte degli antibiotici, che risultano poco efficaci. Sono in commercio prodotti assunti per via orale, per qualche settimana prima del transfer, ed anche per via vaginale, che sono in grado di eliminare il biofilm dei batteri patogeni sostituendosi ad esso.

Recenti studi hanno confermato che la presenza di Lattobacillus Crispatus, Lattobacillus gasseri e Lattobacillus iners, sono tre dei vaginotipi batterici maggiormente associati con buoni tassi d’impianto. Lo studio del microbiota uterino è un altro passo in avanti nel miglioramento delle tecniche di fecondazione assistita a tutto vantaggio delle coppie.

Procreazione Medicalmente Assistita a Roma