Le vaginiti sono tra i disturbi ginecologici più comuni nella popolazione femminile, e a seconda delle cause si differenziano in diverse forme. In questo articolo approfondiamo i sintomi principali, le cause e le differenze tra le principali forme di vaginite: candidosi vaginale, vaginosi batterica e tricomoniasi. Ci aiuta in questa analisi la Dott.ssa Lodovica Carli, specialista in Ginecologia e Ostetricia a Bari, Altamura e Fasano.
Cos’è una vaginite?
Il termine “vaginite” indica genericamente un’infiammazione della mucosa vaginale. Spesso è accompagnata anche da vulvite, ovvero infiammazione della vulva. Le cause più comuni sono le infezioni di natura fungina, batterica o parassitaria, ma anche reazioni irritative o allergiche.
Quali sono i sintomi più comuni?
I sintomi della vaginite variano a seconda della causa, ma i più frequenti sono:
- prurito vaginale
- bruciore
- arrossamento
- perdite vaginali anomale (per quantità, colore o odore)
- dolore nei rapporti (dispareunia)
- talvolta fastidio urinario
La presenza di uno o più di questi sintomi deve sempre essere valutata dal ginecologo per una diagnosi precisa.
Differenze tra le principali forme di vaginite
- Candidosi vaginale
È causata da un fungo, la Candida albicans, normalmente presente nella flora vaginale in piccole quantità. Quando l’equilibrio si altera (per esempio a causa di antibiotici, stress o gravidanza), la candida può proliferare e causare sintomi come prurito intenso, bruciore e perdite bianche, simili a “ricotta”.
- Vaginosi batterica
Diversamente dalla candidosi, non è propriamente un’infezione ma un’alterazione della flora vaginale. In questo caso diminuiscono i lattobacilli (batteri “buoni”) e proliferano batteri anaerobi, come Gardnerella vaginalis. Le perdite sono grigie, fluide e spesso associate a un odore sgradevole simile al “pesce avariato”.
- Tricomoniasi
È un’infezione sessualmente trasmessa causata dal protozoo Trichomonas vaginalis. I sintomi includono perdite giallo-verdi, schiumose e maleodoranti, accompagnate da prurito e irritazione. Può essere asintomatica in alcuni casi, ma è importante riconoscerla e trattarla per prevenire complicanze.
Diagnosi e trattamento
Per distinguere le diverse forme di vaginite, il ginecologo esegue un’anamnesi accurata e, se necessario, preleva un campione delle secrezioni vaginali per l’analisi microscopica o colturale. Il trattamento varia in base alla causa:
- antimicotici per la candidosi
- antibiotici specifici per la vaginosi batterica
- antiprotozoari per la tricomoniasi
È importante evitare l’automedicazione e seguire sempre le indicazioni del medico.
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Come prevenire le vaginiti?
La prevenzione si basa su alcune regole semplici:
- mantenere una corretta igiene intima, evitando prodotti aggressivi
- utilizzare biancheria in cotone
- evitare indumenti troppo aderenti
- non abusare di lavande vaginali
- proteggere i rapporti sessuali con il profilattico
- curare l’alimentazione e ridurre lo stress, che può influenzare la flora vaginale
Conclusioni
Riconoscere precocemente i sintomi delle vaginiti e comprenderne le differenze è fondamentale per intraprendere un trattamento efficace. In presenza di disturbi persistenti, è sempre opportuno rivolgersi al proprio ginecologo per una valutazione accurata e personalizzata.