Visita proctologica: quando farla e in cosa consiste

Pubblicato il: 29/09/2022 Editato da: Carola Malatacca il 29/09/2022

La visita proctologia risulta necessaria al fine di indagare alterazione anali e perianali. In quali casi, dunque, bisogna effettuarla e in cosa consiste?

Con l’aiuto del Dott. Renato Pricolo, specialista in Chirurgia Generale, approfondiamo l’argomento in questo articolo

Quali sono i sintomi delle patologie anali e perianali?

Tra i principali sintomi delle più comuni patologie anali e perianali, che rendono necessaria una visita proctologica, troviamo:

  • Il dolore è presente in molte patologie anali e perianali, sia a riposo che durante la defecazione o dopo di essa. Quando non ha una causa nota, si parla di dolore cronico ed è essenziale una visita dal Proctologo che indirizzi verso un percorso diagnostico terapeutico corretto.
  • Il sanguinamento è associato a molte malattie ano-rettali e del colon, dalle benigne a quelle più gravi. Queste ultime vanno escluse da un accurato esame proctologico e, talora, da un esame più approfondito del colon che si chiama colonscopia.
  • Le tumefazioni, i noduli e le escrescenze nella maggioranza dei casi sono lesioni benigne ma in una piccola percentuale di casi possono rappresentare l’inizio di patologie più serie.
  • Il prurito può essere causato da molte condizioni morbose locali o da malattie sistemiche. È necessario fare un’accurata anamnesi del paziente e una visita approfondita. A volte non si riesce a scoprire la ragione del prurito che viene definito idiopatico.

In cosa consiste una visita proctologica?

La visita proctologica inizia sempre dall’ispezione visiva del perineo per apprezzare le lesioni visibili e indirizzare l’eventuale fase esplorativa dell’esame clinico ovvero l’esplorazione digito-rettale che si effettua introducendo un dito nell’ano. In questo modo, si possono valutare le patologie che necessitano della sensibilità del dito per la diagnosi.

Ulteriori esami proctologici

All’esplorazione digito-rettale segue, nei casi necessari, l’anoscopia. Questa consiste nell’introduzione di un tubo corto nel canale anale che permette di valutarne visivamente le patologie.

In alcuni casi è necessaria una rettoscopia che consiste nell’introdurre un tubo illuminato in modo da vedere oltre l’ano ed esplorare parzialmente o interamente il retto.

Tutti questi esami non sono dolorosi ma solo leggermente fastidiosi. In presenza di dolore è possibile attuare le metodiche diagnostiche in anestesia locale.

Chirurgia Generale a Milano

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