Vulvodinia: quali sono gli studi più recenti?

Vulvodinia: quali sono gli studi più recenti?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 24/03/2023

La vulvodinia è un disturbo che provoca un dolore cronico in sede vulvare e spesso impedisce alla donna di svolgere le attività giornaliere. Interessa circa un 10-15% di donne e spesso non viene diagnosticata e riconosciuta. La Dott.ssa Lidia La Marca, Ginecologa a Bologna, illustra quali sono gli ultimi studi e perché è importante rivolgersi a un esperto

donna con vulvodinia

Vulvodinia: di che cosa si tratta?

Recentemente la vulvodinia è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come  malattia causata da un dolore cronico di tipo neuropatico. Interessa i genitali esterni, vulva, vagina e può essere spontanea o provocata.
Ma, proprio per il grosso fastidio che ne deriva, spesso si associa a un’alterazione della funzione dei muscoli del perineo (ipertono) e a disturbi urinari.

I sintomi, da lievi a intensissimi, più frequenti sono:

  • Bruciore delle mucose vulvari e talvolta urinarie
  • Irritazione
  • Pulsazione
  • Sensazione di punture di spillo

Quali conseguenze ha la vulvodinia nella vita di una donna?

La vulvodinia dà luogo, quando è molto accentuata, a una vera e propria disabilità fisica che si ripercuote sulla vita quotidiana, perché la donna fatica a stare seduta o a camminare. Ovviamente ha anche un impatto psicosociale perché condiziona la vita sessuale, i rapporti con il partner, lo svolgimento delle attività lavorative o di studio.
In assenza di segni visibili, raramente la donna viene creduta e spesso lo stesso medico, non conoscendo questa sindrome, fatica a fare una giusta diagnosi e a dare risposte terapeutiche adeguate. Dunque la donna si sente anche incompresa.

Quali sono le cause della vulvodinia?

Le cause della vulvodinia non sono al momento del tutto note. Di sicuro il dolore è legato a una sofferenza dei nervi interessati che potrebbe essere causata da:

  • Cistiti recidivanti
  • Fattori ormonali
  • Infezioni ripetute da candida
  • Fattori psicosessuali.

Quali sono le terapie per la vulvodinia?

Intanto chiariamo che non è vero che la vulvodinia sia incurabile. Però sappiamo anche che solo una piccola percentuale delle donne che ne soffre incontra un medico in grado di gestire questa sindrome, per cui vi è un notevole ritardo nella diagnosi, intorno ai 5 anni dall’inizio del disturbo.

Il trattamento infatti necessita di numerosi strumenti, spesso da utilizzare in contemporanea:

  • Raccomandazioni alimentari;
  • Assunzione di farmaci locali e orali per la cura della neuropatia;
  • Automassaggi;
  • Sedute di riabilitazione del pavimento pelvico da parte di un fisioterapista;
  • Ricorso a tecniche di terapia cognitivo comportamentale e psicosessuale.

Il primo passo è quello di rivolgersi a uno specialista esperto di questa patologia. Una diagnosi corretta permetterà di iniziare la terapia più opportuna. Nella maggior parte dei casi, una terapia di successo inizia dal riconoscimento del disturbo e dall’impostazione di un percorso che preveda un approccio multidisciplinare e una collaborazione tra diverse figure: ginecologa, fisioterapista, psicologa, urologa.

Ginecologia e Ostetricia a Bologna