Biomarcatori
Prof. Daniele Generali - Oncologia
Creato il: 10/01/2020
Che cosa sono i biomarcatori?
I biomarcatori sono sostanze che indicano uno stato biologico. Vengono utilizzati per rilevare la presenza di malattie o del loro sviluppo. I progressi di una patologia possono essere misurati in modo obiettivo e valutati come indicatore di un processo biologico comune, di uno stato patogeno o di una risposta alle cure mediche. La misurazione a livello molecolare, biochimico o cellulare riesce a riflettere questi biomarcatori. In questo modo è possibile evidenziare l'esposizione dell'organismo a sostanze nocive e la gravità della risposta dell'organismo all'inquinante.
In cosa consistono?
In campo medico, i biomarcatori possono essere sostanze introdotte nel corpo come mezzo per misurare la funzione svolta da un organo specifico o altri aspetti della salute del paziente. Ad esempio, l'esistenza di un anticorpo specifico può indicare la presenza di un'infezione. In particolare, un biomarcatore riflette un cambiamento nella manifestazione o nello stato di una proteina che è direttamente correlato alla possibile progressione di una malattia o alla resistenza della stessa ad un trattamento specifico.
Esistono altri tipi di biomarcatori che possono essere utilizzati in medicina come misure dell'attività elettrica del cervello (attraverso l'elettroencefalografia o la magnetoencefalografia). Possono anche essere utilizzate misurazioni volumetriche di alcune regioni del cervello (attraverso la risonanza magnetica) o il test della saliva dei metaboliti naturali, come il nitrito di salite che è un marcatore che sostituisce l'ossido nitrico. Un biomarcatore che viene comunemente usato in medicina è l'antigene prostatico specifico, la cui misurazione consente una valutazione dell'iperplasia prostatica e della gravità del cancro.