Pericardite costrittiva

Creato: 03/06/2025
Editato: 03/06/2025
Redatto da: Vittoria Marcucci


La pericardite costrittiva è una condizione cardiaca rara, caratterizzata dall’ispessimento, indurimento e perdita di elasticità del pericardio, la membrana che avvolge il cuore. Questo processo rende difficile il normale riempimento delle camere cardiache durante la diastole, compromettendo il funzionamento del cuore e portando, nei casi più gravi, a insufficienza cardiaca 

Cause 

Numerose condizioni possono causare pericardite costrittiva. Nei Paesi sviluppati, la causa più comune è rappresentata da infezioni virali, mentre nei Paesi in via di sviluppo la tubercolosi rimane un agente eziologico frequente. Altre cause includono: 

  • Neoplasie (tumori del pericardio o metastasi); 
  • Interventi chirurgici al cuore o radioterapia toracica; 
  • Patologie autoimmuni (lupus, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren); 
  • Traumi toracici; 
  • Uso di determinati farmaci; 
  • Cause idiopatiche (non note). 

Fattori di rischio 

Sono considerati fattori predisponenti: pregressa pericardite, interventi chirurgici cardiaci, patologie autoimmuni, età compresa tra 20 e 50 anni (soprattutto nel sesso maschile), infezioni o traumi toracici.

Sintomi 

La sintomatologia della pericardite costrittiva può essere insidiosa e aspecifica, e include: 

  • Gonfiore alle gambe o all’addome (ascite, edemi); 
  • Affaticamento e debolezza generalizzata; 
  • Perdita di appetito, senso di sazietà precoce; 
  • Dispnea (mancanza di respiro), soprattutto durante lo sforzo; 
  • Dolore toracico; 
  • Vertigini; 
  • Perdita di massa muscolare. 

Classificazione 

La pericardite costrittiva può presentarsi in diverse forme: 

  • Acuta: sviluppo rapido con cicatrizzazione in pochi giorni; 
  • Subacuta: simile alla forma acuta ma con sintomi meno intensi; 
  • Effusiva-costrittiva: coesistenza di versamento pericardico e costrizione; può evolvere in tamponamento cardiaco; 
  • Transitoria: forma temporanea, generalmente infiammatoria, trattabile con farmaci; 
  • Occulta: difficile da rilevare, spesso scoperta incidentalmente durante altri accertamenti. 

Diagnosi 

La diagnosi si basa su un’attenta valutazione clinica, supportata da indagini strumentali: 

  • Ecocardiogramma: evidenzia ispessimento pericardico e alterazioni del riempimento cardiaco; 
  • Risonanza magnetica (RM) e TAC toracica: offrono immagini dettagliate del pericardio; 
  • Cateterismo cardiaco: permette misurazioni emodinamiche utili per confermare la diagnosi; 
  • Elettrocardiogramma (ECG): può mostrare segni di alterazione del ritmo o anomalie della conduzione; 
  • Esami del sangue: utili per individuare cause infettive, autoimmuni o infiammatorie; 
  • Test per la tubercolosi, se clinicamente indicato. 

Trattamento 

Il trattamento dipende dalla gravità, dalla causa e dalle condizioni generali del paziente. Le opzioni includono: 

  • Terapia farmacologica
  • Diuretici per gestire l’edema; 
  • Antinfiammatori (FANS o corticosteroidi) nelle forme infiammatorie; 
  • Farmaci analgesici per il controllo del dolore; 
  • Interventi sullo stile di vita
  • Riduzione dell’assunzione di sale; 
  • Limitazione dell’attività fisica nei periodi acuti; 
  • Chirurgia (Pericardiectomia): rimozione parziale o completa del pericardio. È considerata la soluzione definitiva nelle forme croniche gravi. La sopravvivenza a lungo termine è generalmente buona nei pazienti idonei all'intervento. 

Complicazioni 

Le complicazioni variano a seconda della causa e del trattamento adottato. Le più frequenti sono: 

  • Insufficienza cardiaca; 
  • Aritmie (irregolarità del battito); 
  • Infezioni post-operatorie; 
  • Sepsi; 
  • Morte nei casi non trattati o avanzati. 

Prognosi 

Con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, molti pazienti possono ottenere un recupero completo o significativo della qualità della vita. Tuttavia, la diagnosi può essere difficile per la somiglianza dei sintomi con altre patologie cardiache. 

Conclusione 

La pericardite costrittiva, pur essendo una patologia rara, può avere un impatto rilevante sulla funzione cardiaca. Un approccio diagnostico tempestivo e mirato, supportato da tecnologie avanzate, consente oggi una gestione efficace della malattia. L’intervento chirurgico rappresenta una valida opzione nei casi avanzati, con buone prospettive di ripresa. 

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