Rinofibroscopia
Che cos’è la rinofibroscopia?
La rinofibroscopia, conosciuta anche con il nome di rino-faringo-laringoscopia, è un esame multifunzionale diagnostico eseguito per analizzare la laringe e le cavità interne del naso, parete dei turbinati, il tratto respiratorio, il palato molle e tutte quelle zone che non sono accessibili durante una normale visita. L’esame viene eseguito utilizzando uno strumento, il rinofibroscopio, in fibra ottica flessibile dotato di una fonte di luce fredda, una telecamera e un monitor.
In cosa consiste?
La rinofibroscopia viene eseguita introducendo, attraverso il naso, il rinofibroscopio. Ha una durata di circa tre minuti e viene eseguita in ambulatorio. A seconda dei casi può essere fatta in anestesia locale o senza anestesia.
Perché si esegue?
La rinofibroscopia viene eseguita per diagnosticare patologie o disfunzioni delle vie respiratorie. La possibilità di ottenere immagini e video è molto utile per poter spiegare al paziente la natura della sua patologia e, allo stesso tempo, conservare i dati per valutare nel tempo l’evoluzione della malattia in base ai trattamenti effettuati. Grazie a questo esame è possibile individuare:
- Patologie infiammatorie
- Patologie tumorali
- Ipertrofia dei turbinati
- Presenza di polipi o di cisti
- Deviazione del setto nasale
- Sindrome da apnee notturne
Preparazione per la rinofibroscopia
Non è richiesta nessuna preparazione previa da parte del paziente; è sufficiente seguire le indicazioni dello specialista.
Cosa si prova durante l’esame?
Si tratta di un esame esplorativo un po’ fastidioso a causa dell’introduzione del rinofibroscopio attraverso le cavità nasali. Per questo motivo, in alcuni casi particolari (deviazione del setto nasale o una qualche patologia nasale), può essere necessario eseguire un’anestesia locale alla narice attraverso la quale viene introdotto lo strumento.