Ansia patologica: sai di che cosa si tratta?
Tutte le persone hanno sperimentato disturbi d’ansia almeno una volta nella vita. Tuttavia, bisogna distinguere tra ansia fisiologica e quella patologica. Ne parla il Dott. Luca Madia, specialista in Psichiatria
Che cos’è l’ansia patologica?
L’ansia fisiologica risulta essere una risposta naturale a stimoli esterni; tuttavia, quando essa diventa patologica, il paziente presenta una costante tendenza alla preoccupazione, all’iper vigilanza e all’iper controllo.
Questa condizione si reitera e rischia di cronicizzarsi.
Da che cosa è provocato?
Si tratta di un sintomo che può avere varie origini.
Spesso è una reazione coerente e proporzionata ad un pensiero disfunzionale (sbagliato): la persona ansiosa ha la tendenza ad interpretare le informazioni in modo minaccioso.
Infatti, ha paura che possa capitare qualcosa di grave a sé o ai suoi famigliari (ansia generalizzata).
Nelle fobie specifiche si ha la paura irrealistica di essere esposto ad un danno, ad esempio una malattia (patofobia).
In caso di fobia sociale si ha paura del giudizio negativo.
Nell'attacco di panico si ha paura di essere sul punto di avere un infarto o di diventare matto. Spesso in seguito si evitano i luoghi e le situazioni che si associano all'attacco di panico (agorofobia).
Nel disturbo ossessivo compulsivo si ha la paura di arrecare danno a sé o ai propri cari e ci si difende con rituali (pensiero magico).
Cosa fare in caso di ansia patologica?
I farmaci ansiolitici possono ridurre la risposta ansiosa, ma non modificano il pensiero che lo ha scatenato.
Quindi, è fondamentale riconoscere il pensiero che crea l'ansia e correggerlo. Spesso si dice: "Il pensiero (o l'ansia o la paura) mi viene e non posso farci nulla”.
In realtà, si può imparare a combattere i disturbi attraverso tecniche di gestione come:
- Correzione del pensiero disfunzionale
- Tecniche di distrazione
- Blocco del pensiero
- Esposizione graduale
- Distacco attraverso la meditazione
- Rilassamento muscolare
- Controllo della respirazione
Collocando il sintomo all'interno del proprio vissuto esistenziale questo diventa comprensibile e risolvibile. Ad esempio, in una fase della vita in cui si debbono compiere scelte che impauriscono possono insorgere attacchi di panico.