Attacchi di panico: ne parla un esperto

Attacchi di panico: ne parla un esperto

Editato da: Alice Cattelan il 19/06/2023

Un attacco di panico è un improvviso episodio di paura intensa o disagio che dura da qualche minuto a ore e che innesca percezioni fisiche sgradevoli. Ne parliamo in questo articolo insieme al Dott. Paolo Fuda, specialista in Psichiatria e Psicoterapeuta

Come si manifesta un attacco di panico?

L’attacco di panico di solito inizia repentinamente, raggiunge il picco d’intensità in pochi minuti, e può risultare spaventoso e allarmante per l’individuo.
Molti individui hanno esperito isolati attacchi di panico durante i periodi di stress ma, in genere, non fanno esperienza di attacchi ripetuti. Quando si verifica un attacco di panico, l’individuo può pensare di perdere il controllo, di avere un attacco cardiaco e persino di morire.

Infatti durante l’attacco si verificano alcuni sintomi come:

  • Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia;
  • Sudorazione;
  • Tremori fini o a grandi scosse;
  • Sensazione di soffocamento;
  • Sensazione di asfissia;
  • Fastidio o dolore al petto;
  • Nausea o disturbi addominali;
  • Sensazioni di vertigine, di instabilità, di testa leggera” o di svenimento;
  • Brividi o vampate di calore;
  • Sensazioni di torpore o di formicolio (parestesie);
  • Sensazione di irrealtà (derealizzazione) o di essere distaccati da se stessi (depersonalizzazione);
  • Paura di perdere il controllo o di impazzire”;
  • Paura di morire.

Dopo quali e quanti episodi si può parlare effettivamente di disturbo di panico?

Il panico o, più tecnicamente disturbo di panico, consiste nella comparsa di ricorrenti attacchi di panico inaspettati. Almeno uno degli attacchi è stato seguito da un mese, o più, di uno o entrambi i seguenti sintomi:

  • Preoccupazione persistente per l’insorgere di altri attacchi o per le loro conseguenze (per es., perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, impazzire”);
  • Significativa alterazione disadattiva del comportamento correlata agli attacchi (per es., comportamenti pianificati al fine di evitare di avere attacchi di panico, come l’evitamento dell’esercizio fisico oppure di situazioni non familiari).

Gli attacchi di panico si possono verificare spontaneamente, senza che sia identificabile alcun elemento scatenante o si manifesti un segnale ambientale, ma possono essere anche scatenati da alcune condizioni predisponenti come il trovarsi su mezzi pubblici come bus, treni, navi, aerei, il trovarsi ad una certa altezza dal suolo, il trovarsi in spazi aperti, come parcheggi, mercati, ponti, o al contrario trovarsi in spazi chiusi, come teatri, cinema, ascensori, o lo stare in fila oppure tra la folla, o il trovarsi fuori casa da soli. In queste situazioni si parla di disturbo di panico con agorafobia.

Perché è importante non sottovalutare i campanelli d’allarme?  

Trattare precocemente gli attacchi di panico significa evitare l’inutile protrarsi del malessere, evitare lo strutturarsi di condotte di evitamento e, soprattutto, evitare che gli attacchi diventino sempre più frequenti ed estesi e il loro successivo trattamento più difficile e prolungato.

Come si cura il disturbo di panico?

Attualmente il trattamento del disturbo di panico non pone grosse difficoltà.
La terapia d’elezione è di tipo farmacologico, mediante l’impiego di farmaci impropriamente detti “antidepressivi”, spesso associati a farmaci ansiolitici, anche in formulazione rapida orosolubile, almeno nelle prime fasi del trattamento. Si tratta di farmaci molto comuni, efficaci e indubbiamente sicuri.
Molto utile è la concomitante associazione con una terapia di tipo psicologico o psicoterapia.

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