Bypass coronarico: cosa è necessario sapere
Tra gli interventi chirurgici maggiormente realizzati, il bypass coronarico è un intervento di fondamentale importanza. Ma in che cosa consiste? Ce lo spiega il Dott. Filippo Benassi, Cardiochirurgo a Parma
Cos’è il bypass coronarico?
Il bypass coronarico è una tecnica chirurgica che può risolvere una determinata condizione: il restringimento od occlusione delle arterie coronarie del cuore. Ciò può avvenire a seguito dell'aterosclerosi o di altre patologie, e le conseguenze possono essere molto gravi, fino a sfociare nell’infarto nel peggiore dei casi.
Poiché le arterie coronarie sono in grado di trasportare il sangue al muscolo cardiaco, in questi casi si verifica uno stato di sofferenza per cui il muscolo non riceve né sangue, né ossigeno, né nutrienti.
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Come viene eseguito l’intervento di bypass coronarico?
L’intervento di bypass coronarico consiste nel creare un ponte artificiale in grado di risolvere l’occlusione, e quindi di ristabilire la normale circolazione.
Questo ponte si chiama bypass, da cui l’intervento prende il nome, e si compone di un tratto di vaso sanguigno ben funzionante e sano, che viene prelevato dal chirurgo durante l'operazione. In alcuni casi è possibile utilizzare alcuni segmenti delle arterie mammarie del paziente; in altri alcuni tratti della vena safena, ossia il ramo venoso che si colloca negli arti inferiori.
Questi segmenti vengono poi innestati a valle e a monte della coronaria occlusa, creando appunto il bypass. In questo modo vi è di nuovo una via d’accesso che conduce ossigeno e sangue al cuore.
Quali sono i rischi e le conseguenze di un intervento di bypass coronarico?
Abbiamo visto come il vaso da utilizzare come bypass possa essere diverso e da questo dipende la buona riuscita o meno dell’intervento, ma non solo. Se il vaso è ben scelto, ci saranno minori rischi che il paziente vada incontro a degenerazioni, quali appunto ostruzioni.
Secondo dati statistici, il rischio che questo intervento possa avere come conseguenza la morte è di circa l’1%, e tale percentuale è determinata dall’età, dalle condizioni generali del paziente e dalle patologie associate. Non bisogna però dimenticare che, come qualsiasi intervento chirurgico, anche quello di bypass coronarico può associarsi ad alcune complicanze, sia chirurgiche sia anestesiologiche (ad esempio scompenso cardiaco, infarto miocardico, infezioni, danno neurologico, sanguinamento, ecc.).
Tra quelle meno gravi vi sono i versamenti delle pleure, scarso appetito, fibrillazione atriale, febbriciattola e infiammazioni.
Come avviene il recupero dopo un intervento di bypass coronarico?
Dopo l’intervento il paziente viene spostato un giorno o due giorni in terapia intensiva, per poi rimanere in ospedale per altri 2-3 giorni. Infine, il paziente viene trasferito per 10-15 giorni in un centro di riabilitazione cardiaca.
Il ritorno a una vita normale è possibile dopo un paio di mesi circa, quando saranno scomparsi i postumi dell’intervento. Anche dimesso il paziente dovrà comunque attenersi a un piano di riabilitazione di circa 1 mese, durante cui dovrà sottostare ad alcune visite di controllo, sia cardiochirurgiche sia cardiologiche (tra le quali sono previste l’ecocardiografia ed elettrocardiogramma).
Non meno importante è uno stile di vita sano, da seguire rigorosamente dopo le prime 3-6 settimane dall’intervento. Quindi evitare il fumo e seguire una dieta adeguata.
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