Il nostro organismo per digerire ed assorbire i grassi utilizza la bile immagazzinata nella colecisti o cistifellea. Tuttavia, quando quest’ultima non funziona correttamente, la bile all’interno tende a solidificarsi sotto forma di piccoli sassi chiamati calcoli. Ciò causa un’infiammazione della cistifellea e, in casi rari, del fegato stesso. Scopriamo in che cosa consiste la calcolosi della colecisti e come trattarla.
A cosa serve la colecisti?
La colecisti, conosciuta anche come cistifellea, è un piccolo organo situato sul lato destro dell’addome sotto il fegato, che rilascia un fluido, chiamato bile che viene prodotto dal fegato, ed è necessario per la digestione e l’assorbimento dei grassi alimentari.
La lunghezza della colecisti è di 7-10 cm e la sua larghezza è di 2-3 cm. La sua capacità totale spazia tra i 30 e i 50 ml.
Come avviene la calcolosi della colecisti e quali sono i sintomi più comuni?
La calcolosi della colecisti avviene quando la bile diventa troppo densa per l’eccessivo contenuto di colesterolo, sali biliari e bilirubina formando i cosiddetti calcoli biliari. Questi ultimi sono sassolini che, collocandosi nei dotti, bloccano il passaggio della bile, provocando forti dolori.
I sintomi più frequenti includono:
- Nausea e vomito;
- Dolore al quadrante destro dell'addome che si irradia alla spalla e al dorso;
- Mancanza di appetito;
- Cambiamenti nella colorazione dell’urina (tonalità giallognolo o marrone);
- Febbre;
- Indigestione con rigonfiamento dell’addome;
- Ittero.
Quali sono le cause?
Tra le cause che provocano la formazione dei calcoli biliari troviamo:
- Fattori genetici;
- Peso;
- Sesso;
- Età;
- Diabete.
Purtroppo, il genere femminile è più soggetto a soffrire di problemi alla cistifellea dovuto a un eccesso di estrogeni a seguito della gravidanza o per l’utilizzo di pillole anticoncezionali.
Come trattare la calcolosi della cistifellea?
Per diagnosticare la calcolosi della cistifellea è necessario sottoporsi ad un’ecografia dell’addome superiore. Tuttavia, quando i calcoli vengono scoperti per casualità facendo altri accertamenti vengono definiti silenti, poiché non recano alcun disturbo.
Quindi, non sempre è necessario operare i calcoli alla colecisti, soprattutto quando sono silenti. In questo caso, si può ricorrere all’uso di farmaci contenenti acidi che sciolgono i calcoli. Invece, quando i calcoli causano dolori intensi e frequenti, è necessario intervenire chirurgicamente. È sempre bene comunque sentire il parere di un esperto.
L’intervento chirurgico, chiamato colecistectomia, consiste nell’asportazione della cistifellea. In questo modo la bile prodotta dal fegato confluirà direttamente nell’intestino tenue.
Questa operazione non pregiudicherà nessun tipo di funzionamento dell’organismo, dato che la cistifellea non è un organo vitale. L’unica conseguenza potrebbe riflettersi nelle feci, che diventano più abbondanti e morbide.
Il recupero post-operatorio è abbastanza veloce: il paziente avrà bisogno di ricovero ospedaliero solo per una notte e, di seguito, potrà riprendere le normali attività in poco tempo.
Come si possono prevenire i calcoli biliari?
Per prevenire la formazione dei calcoli biliari potrebbe aiutare una dieta appropriata. Infatti, esistono alcuni prodotti in natura che evitano l’infiammazione della colecisti o cistifellea.
Quindi, si consiglia di assumere i grassi definiti comunemente come “buoni”, per esempio, l’olio extra vergine di oliva o quelli ricchi in omega tre che troviamo nel salmone. Inoltre, sono grandi alleati le fibre presenti in alimenti come frutta e verdura, oltre al calcio che diminuisce il rischio di comparsa dei calcoli biliari. Anche l’assunzione di erbe e piante come il carciofo, il rosmarino, la menta piperita, possono aumentare la produzione di bile e ridurre l’assorbimento del colesterolo nel fegato.
Si consiglia anche di svolgere un’attività sportiva regolare, poiché in questo modo si espellono le sostanze tossiche dall’organismo, si accelera il metabolismo e si evita la formazione dei calcoli biliari.