Il nostro esperto in Chirurgia Generale a Brindisi, il Dott. Giovanni Bellanova, ci spiega in quali casi bisogna intervenire chirurgicamente per curare il reflusso gastroesofageo
Reflusso gastroesofageo: quando diventa patologico?
La malattia da reflusso gastroesofageo è abbastanza frequente. Si manifesta con la comparsa di bruciori epigastrici, dolori, tosse stizzosa, afte, fino alla manifestazione di tachiaritmie dovute alla risalita di materiale acido in esofago a cause di modifiche anatomiche. Tali sintomi si riacutizzano in posizione distesa o nel gesto di piegarsi in avanti (come allacciarsi le scarpe).
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Che cos’è il reflusso gastroesofageo?
Da cosa può essere causato?
La causa principale è la presenza di un’ernia iatale ossia una risalita dell’esofago e della prima parte dello stomaco in torace attraverso lo iatus esofageo. A favorire tale quadro si associa un aumento della pressione addominale negli obesi, ad esempio. Non c’è una prevenzione per tale patologia, che spesso migliora attraverso la cura dei comportamenti posturali e alimentari, e la terapia con sucralfato e inibitori di pompa.
Quando è necessario intervenire chirurgicamente?
Il trattamento chirurgico è riservato a pochi casi e consiste nell’intervento di plastica dello Iatus esofageo, con intervento di riparazione dello iato esofageo e conseguente fundoplicatio secondo Nissen Rossetti laparoscopica.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE: Cosa bisogna fare in caso di reflusso gastroesofageo?