Chirurgia dell’epilessia in età evolutiva: la selezione del candidato

Chirurgia dell’epilessia in età evolutiva: la selezione del candidato

Editato da: Serena Silvia Ponso il 28/09/2023

Il paziente candidato alla chirurgia dell'epilessia viene sottoposto a un percorso finalizzato alla definizione della regione corticale da cui originano e da cui si diffondono le scariche critiche. Tale iter prevede l'operato di un’equipe multidisciplinare (Neuropsichiatra Infantile, Neuropsicologo, Neuroradiologo e Neurochirurgo) che attraverso la raccolta anamnestica, la video-EEG e le neuroimmagini deciderà se sussiste l'indicazione all'intervento chirurgico

Come si svolge la valutazione prechirurgica dell'epilessia in età pediatrica?

Il percorso inizia con una prima visita neuropsichiatrica infantile presso un ambulatorio specializzato per epilessia dell'età evolutiva, durante la quale lo specialista valuta la possibile candidabilità del paziente all'intervento chirurgico.

Quando un bambino viene considerato possibile candidato all'intervento chirurgico, viene programmato un ricovero ospedaliero durante il quale verranno effettuate diverse indagini diagnostiche, tra cui la registrazione Video-EEG, che offre preziose informazioni sul singolo paziente consentendo la valutazione delle correlazioni tra la semeiologia delle crisi e l'EEG; la valutazione neuropsicologica che, effettuata durante tutto l'iter pre- e post-chirurgico, è essenziale per monitorare lo sviluppo cognitivo; la RM encefalo che permette di individuare la presenza di un’eventuale lesione anatomica e di valutarne morfologia, estensione e distanza dalle aree altamente funzionali; la Risonanza Magnetica funzionale, che permette di individuare proprio le aeree funzionali della corteccia cerebrale; la FDG-PET encefalo, che consente l'individuazione di quelle regioni corticali che non si nutrono di glucosio come diretta conseguenza della loro natura lesionale.

Se dopo tali indagini non-invasive l'area di insorgenza delle crisi non è stata ben definita e/o tale regione è in stretta vicinanza con aree funzionali della corteccia cerebrale, si attiva il percorso prechirurgico invasivo, il quale richiede studi in centri altamente specializzati.

La selezione del candidato alla chirurgia dell'epilessia è uguale tra età adulta ed età evolutiva?

La selezione del candidato alla chirurgia in età evolutiva è un percorso che nasconde molte insidie rispetto all'età adulta per diversi motivi:

  1. Nei primi anni di vita, diversamente dall'età adulta, è più complesso riuscire a standardizzare le caratteristiche cliniche delle crisi (semeiologia delle crisi); basti pensare che le epilessie focali o multilobari possono presentarsi con una semeiologia stereotipata e per nulla indicativa di una zona di origine delle crisi, e che per i bambini è quasi impossibile verbalizzare le componenti sensoriali e percettive delle crisi;
  2. Spesso in occasione di crisi focali è possibile osservare anomalie EEG intercritiche multifocali o bilaterali;
  3. In età evolutiva è spesso difficile classificare in maniera rigida l'epilessia nei quadri sindromici proposti dalla Lega Internazionale Contro l'Epilessia (LICE);
  4. In età pediatrica vi è una grande variabilità di cause che sottendono le epilessie di interesse chirurgico;
  5. In età evolutiva l'epilessia può impattare sul funzionamento cognitivo e comportamentale, influenzandone negativamente lo sviluppo.

La complessità maggiore nella selezione del candidato in età pediatrica è sinonimo di maggiore insuccesso della chirurgia?

No. Le equipe multidisciplinari che si occupano di chirurgia dell'epilessia in età pediatrica sono composte da professionisti che conoscono le insidie sopra descritte e ciò determina un risultato equiparabile a quello ottenuto in età adulta.

Esiste il “momento giusto” per eseguire l'intervento in un bambino?

In età pediatrica bisogna considerare due aspetti non presenti in età adulta. Il primo è che il cervello di un bambino è in continuo cambiamento dato che si trova in una fase di “sviluppo”. Il secondo è il concetto di “plasticità cerebrale”, cioè la capacità del cervello di modificare la propria struttura e le propria funzionalità a seconda dell'attività dei propri neuroni, sia come risposta a modificazioni patologiche sia in relazione al processo di sviluppo stesso.

Quindi, l'intervento precoce rappresenta un importante crocevia, al fine di limitare il rischio di arresto o regressione delle funzioni cognitive, che è maggiore nei primi anni di vita; infatti, al contrario di quanto succede negli adulti, un grave deficit cognitivo o un disturbo comportamentale non rappresenta una controindicazione all’intervento chirurgico. Inoltre, la plasticità cerebrale è maggiore nel bimbo più piccolo e per tal motivo l'intervento precoce si associa a minore morbilità anche in caso di interventi estesi.

Chi è quindi il candidato “ideale” alla chirurgia dell'epilessia?

Il candidato “ideale” ha un’epilessia focale di recente insorgenza; una zona di partenza delle crisi ben delimitata e localizzata in regioni corticali e al di fuori di aree altamente funzionali.

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Neuropsichiatria infantile a Bologna