Cifoscoliosi: trattamento conservativo o chirurgico?

Pubblicato il: 16/11/2023 Editato da: Veronica Renzi il 16/11/2023

La cifoscoliosi, una patologia della colonna vertebrale che coinvolge deformazioni sia sul piano frontale che su quello assiale, rappresenta una sfida clinica che richiede un'attenta valutazione e gestione. In questo articolo, esploreremo con la Dott.ssa Lisa Babbi, Specialista in Ortopedia e Traumatologia in provincia di Milano, le diverse tipologie di cifoscoliosi, dai metodi diagnostici alle opzioni terapeutiche

Cosa si intende per cifoscoliosi e come si diagnostica?

La scoliosi idiopatica dell’adolescente (cifoscoliosi o lordoscoliosi) è una patologia a carico della colonna vertebrale la quale va incontro, durante la pubertà del ragazzo o ragazza, a deformazione sia sul piano frontale che su quello assiale con la comparsa e sviluppo di una curva della colonna e di una rotazione delle singole vertebre. La diagnosi è radiologica e si effettua tramite una radiografia sui 2 paini (frontale e laterale) dell’intera colonna vertebrale.

Approcci terapeutici per la cifoscoliosi sindromica

Qualora la scoliosi abbia una causa riconducibile ad una patologia di base nota del paziente, la si definisce scoliosi sindromica; quando il paziente non ha altre patologie al di fuori della deformità scoliotica, si parla invece di scoliosi idiopatica.

I metodi di trattamento variano in base all’età ossea al momento della diagnosi e alla gravità della deformità; in caso di scoliosi sindromica dovranno essere considerati anche eventuali fattori aggravanti legati alla patologia di base. In generale, se la curva scoliotica è al di sotto dei 35° in un paziente ancora in crescita l’approccio terapeutico è conservativo, mediante l’utilizzo di corsetto ed eventuale passaggio in busto gessato; se la deformità è più grave, l’approccio è solitamente chirurgico.

Sfide nella cifoscoliosi neuromuscolare e opzioni di trattamento

Il controllo di una deformità neuromuscolare, cioè in un paziente con deficit muscolare di origine nervosa, è necessaria per garantire al paziente e ai care givers la massima qualità di vita intesa come miglioramento della respirazione, della motilità attiva se presente, miglioramento della mobilizzazione passiva del paziente.  Per curve sotto i 35 gradi e stabili il trattamento in corsetto può essere sufficiente mentre per deformità più gravi e/o evolutive l’intervento si rende necessario, soprattutto per ridurre il rischio di sviluppo di patologie polmonari anche gravi, quali l’insufficienza respiratoria.

Criteri per l'Intervento chirurgico nella cifoscoliosi idiopatica e congenita

La principale differenza tra le 2 tipologie di scoliosi è l’età di comparsa e l'evoluzione delle curve. Nella forma congenita, un difetto durante la vita fetale nella genesi della vertebra è alla base dello sviluppo precoce di una scoliosi, che può avvenire già in età infantile mentre nella scoliosi idiopatica la curva si presenta e si sviluppa durante il periodo peri puberale (11-13 anni nelle ragazze, 13-15 nei ragazzi).

Partendo da questo presupposto è facile comprendere come, quando indicato, il trattamento chirurgico nelle scoliosi congenite trovi indicazione già in età infantile mentre nelle scoliosi adolescenziali l’opzione chirurgica, nei casi selezionati, è da considerare mediamente dopo i 12 anni.

Tecniche chirurgiche per correggere la cifoscoliosi

La tecnica considerata “gold standar”, ovvero riconosciuta dalla comunità scientifica, nel trattamento delle scoliosi è l’artrodesi vertebrale, ovvero la correzione e fusione ossea delle vertebre coinvolte nella deformità. Mediante l’utilizzo di uncini, viti peduncolari, fascette sottofasciali fissate alle varie vertebre e barre in titanio o in cromo-cobalto, la deformità viene cautamente e progressivamente corretta.

In base alla distribuzione della curva lungo la colonna vertebrale e alla gravità della deformità viene eseguito un planning chirurgico personalizzato sul paziente. Il fine della correzione è quello di ottenere una colonna vertebrale armoniosa sui piani frontale e laterale preservando quanti più segmenti di movimento liberi, ovvero si cerca un equilibrio tra miglior risultato funzionale possibile lasciando quante più vertebre libere da impianto possibile.

Recentemente nuove tecniche emergenti stanno prendendo piede nel trattamento delle scoliosi idiopatiche. In particolare modo la tecnica di Tethering vertebrale dove, mediante un approccio anteriore, ovvero attraverso il torace, si corregge parzialmente la curva senza ottenere artrodesi, ovvero fusione ossea delle vertebre strumentate. La tecnica sfrutta il potenziale residuo di crescita del paziente per completare la correzione della scoliosi.

Le indicazioni e i limiti di questa tecnica emergente sono ancora in via di definizione ma i risultati, con la giusta indicazione, sembrano promettenti.

Ortopedia e Traumatologia a Rho

Questo sito web utilizza cookie propri e di terze parti per raccogliere informazioni al fine di migliorare i nostri servizi, mostrarti pubblicità in linea con le tue preferenze e analizzare le tue abitudini di navigazione. L'utente ha la possibilità di configurare le proprie preferenze. QUI.