Cosa comporta l'ipertrofia prostatica?
L’ipertrofia prostatica benigna è una delle patologie urologiche più diffuse nel sesso maschile. Il nostro esperto in Urologia a Roma ci parla dei trattamenti disponibili per risolvere questo disturbo
Cos’è l’ipertrofia prostatica?
L’ipertrofia prostatica benigna consiste nell’aumento di volume cui va incontro la ghiandola prostatica con l’avanzare dell’età. Essendo la prostata posta subito sotto la vescica a circondare la prima parte del canale uretrale, l’ingrossamento della stessa può comportare un restringimento dell’uretra con conseguente ostruzione al normale svuotamento della vescica.
L’ingrossamento non è necessariamente proporzionale al grado di ostruzione, per cui prostate appena ingrossate possono talvolta ostruire anche più di ghiandole prostatiche molto ingrossate. Le conseguenze a lungo andare consistono in una serie di alterazioni della vescica, talvolta irreversibili, quali vescica iperattiva (cioè una vescica che si contrae involontariemente e frequentemente) e vescica ipocontrattile (cioè una vescica che ha perso forza di contrazione e non riesce più a svuotarsi).
Come si manifesta?
I sintomi sono:
- la difficoltà ad iniziare la minzione
- un flusso urinario indebolito ed eccessivamente prolungato
- la sensazione di svuotamento incompleto della vescica
- stimolo minzionale frequente e impellente.
Si può arrivare a possibili complicanze quali:
- infezioni urinarie
- calcoli vescicali
- sanguinamento nelle urine
- blocco urinario
- insufficienza renale.
Quali i trattamenti più moderni?
L’ipertrofia prostatica, qualora associata a sintomi fastidiosi per il paziente o, addirittura, a complicanze, necessita di un trattamento.
Il primo livello di cura è farmacologico, essendo oggi disponibili quattro categorie di farmaci per la cura dell’ipertrofia prostatica: fitoterapici, alfa-bloccanti, inibitori di 5-alfa reduttasi, farmaci per la vescica iperattiva (anticolinergici e beta-3-adrenergici). La scelta necessita di un’attenta valutazione dei sintomi, delle condizioni dell’apparato urinario, nonché delle condizioni e preferenze del paziente. Purtroppo alcuni pazienti non traggono beneficio dalla terapia farmacologica o non la tollerano, per cui è necessario prendere in considerazione una qualche terapia più invasiva.
Il trattamento invasivo di riferimento è quello endoscopico e consiste nella resezione endoscopica di prostata (TURP) che oggi è possibile eseguire con tecnologie che minimizzano le possibili complicanze, come la TURP bipolare e la laser-TURP. In particolari categorie di pazienti sono inoltre disponibili trattamenti innovativi atti a preservare l’eiaculazione nei pazienti che desiderano mantenerla (ad esempio, il Rezum e l’Urolift), o utili per curare ipertrofie molto voluminose (ad esempio, enucleazione endoscopica, adenomectomia robotica). Ancora una volta, la decisione richiede una scelta personalizzata e condivisa col paziente, caso per caso.