Dermatite atopica nei bambini

Dermatite atopica nei bambini

Editato da: Marta Buonomano il 17/04/2023

Il nostro esperto in Dermatologia a Milano, il Dott. Carlo Enrico Urbani, ci spiega in che modo bisogna comportarsi in caso di dermatite atopica nei bambini

Che cos’è la dermatite atopica?

La dermatite atopica (DA) è una frequente affezione ad andamento cronico, che colpisce prevalentemente i bambini più piccoli. In Italia l’incidenza stimata è del 15-20%, e in un terzo dei casi può progredire fino all’epoca adulta, alternandosi a periodi di completa remissione di durata estremamente variabile. Il termine “atopia”, derivante letteralmente dal termine greco “strano”, è stato introdotto da due allergologi statunitensi circa un secolo fa, a indicare un’esagerata risposta immunitaria individuale a sostanze presenti nell’ambiente. Oggi si parla di soggetti atopici per indicare coloro con “iperreattività” che sappiamo dipendere dalla formazione di una peculiare classe di anticorpi, le immunoglobuline E (IgE). In ordine cronologico la DA è la prima a comparire, seguita poi dalle allergie alimentari (uovo, latte, soia in particolare), respiratorie (asma) e rinocongiuntivali nel contesto della citata iperreattività. Tale progressione clinico-sintomatologica viene definita come “marcia atopica” ed è osservabile fino al 50% dei bambini.

mamma e figlio

Da cosa è causata la dermatite atopica nei bambini?

La DA è una condizione multifattoriale in cui fattori genetici (mutazione del gene deputato alla produzione di filaggrina, proteina coinvolta nella coesione degli strati più superficiali della cute, con conseguente riduzione dell’effetto barriera), eredo-familiari (un genitore atopico aumenta del 50% le probabilità) ed ambientali (aree intensamente urbanizzate con smog ed inquinanti) giocano tutti un ruolo importante. Anche il particolare microbioma cutaneo della cute atopica, ricco in stafilococchi, favorisce l’innescarsi e il successivo perpetuarsi delle lesioni infiammatorie. Nei lattanti fino ai bambini di 5 anni anche un’alterazione del microbioma intestinale può avere un effetto causale nello sviluppo della DA.

 

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Come si formula la diagnosi di dermatite atopica?

La diagnosi di DA è basata essenzialmente su criteri clinico-topografici per la particolare disposizione delle lesioni, assai pruriginose, in determinate aree corporee. La cute si presenta secca, screpolata e arrossata soprattutto al volto (fronte e guance con peculiare risparmio delle sedi periorifiziali), dorso delle mani e arti. Al tronco sono infrequenti, e altrettanto caratteristica è l’assenza di coinvolgimento dell’area del pannolino. Spesso nel neonato l’esordio è al capillizio in forma di crosta lattea. Nell’adulto le sedi classiche sono i cavi dei gomiti e delle ginocchia, le palpebre e attorno alla bocca. Nella fase acuta sono osservabili anche lesioni umide con piccole bollicine (vescicole e bolle), il cui grattamento causa infezioni (comparsa di pustole). Il sintomo cardine è il prurito, costante, spesso esacerbato dal calore, esercizio fisico e sudorazione, che rende il bambino irrequieto e insonne, mentre negli adulti condiziona pesantemente la qualità di vita. La stagione invernale caratterizzata da freddo secco e quella estiva da caldo umido rappresentano momenti di gravi recidive della DA a tutte le età.

Non si tratta di psoriasi o dermatite seborroica!

Seppur estremamente facile da diagnosticare, la DA può confondersi con la dermatite seborroica (assenza di prurito) e con la psoriasi, soprattutto nei primi 6 mesi di vita.

La raccolta attenta della storia clinica da parte dei genitori, assieme a un completo esame fisico di tutta la pelle, anche avvalendosi del dermatoscopio, aiutano lo specialista dermatologo nella corretta diagnosi. Nel soggetto adulto anche la dermatite da contatto allergica entra in diagnosi differenziale con la DA e spesso il soggetto ha una storia pregressa proprio di DA o sintomi atopici in un terzo dei casi.

È possibile curare la dermatite atopica?

Non esiste una cura definitiva per la DA, e l’approccio terapeutico tende anzitutto a evitare i fattori di rischio propedeutici all’innesco della “marcia atopica”, ossia all’eliminazione di tutte le sostanze ambientali aggravanti. La continua idratazione è il cardine del trattamento con emulsioni ristrutturanti specifiche (almeno due volte al dì) per aumentare l’effetto barriera di protezione, mentre, al contrario, la detersione, fatta rigorosamente usando appropriati non schiumogeni, deve essere limitata nella durata e nel tempo: bagnetti in acqua tiepida per 5 minuti, 2 volte alla settimana. Il trattamento farmacologico è riservato al singolo episodio acuto quando la cute è molto arrossata e/o con bollicine, e si avvale di creme contenenti cortisonici, meglio se associate ad antibiotici per ridurre la “carica batterica” normalmente aumentata sulla cute dei bambini affetti da DA. In alternativa, anche l’uso di farmaci immunomodulatori locali (inibitori della calcineurina) può essere attentamente considerato dallo specialista dermatologo in caso di scarsa risposta o per prevenire la tachifilassi ai cortisonici (perdita di efficacia dopo un uso prolungato).

Gli antistaminici per via orale vengono somministrati in quei bambini con ampie sedi corporee coinvolte (DA grave) o negli accessi di prurito incoercibile. Nei lattanti e nei più grandicelli l’uso di probiotici è sempre consigliato.

Nei soggetti adulti, invece, oltre alle terapie topiche citate può essere utile un trattamento con corticosteroidi per via orale, che garantiscono buone finestre di remissione clinica, sempre sotto attento monitoraggio clinico e laboratoristico da parte del dermatologo.

bambino che ride con le mani sul viso

Dermatite atopica nel bambino: i consigli per i genitori

La gestione da parte dei genitori di un bambino con DA non è facile poiché non considerano che la costante e specifica idratazione della cute risulta il momento terapeutico fondamentale e decisivo; spesso, infatti, le emulsioni prescritte “ad hoc” vengono sostituite con altre non specifiche perché a basso costo. Altrettanto fondamentale è l’aspetto che riguarda la bonifica ambientale nei confronti di acari della polvere, polveri domestiche o muffe, così come l’allontanamento di eventuali animali domestici per finire col frequente lavaggio dei peluche. Importante il grado di umidità (65%) e temperatura (22ºC) ove soggiorna il bambino e il suo abbigliamento con indumenti in cotone bianco e non troppo stretti.

Un suggerimento importante è poi quello di non vestirlo troppo poiché nella maggioranza dei bambini con DA si osserva una estrema intolleranza al caldo che scatena crisi accessuali di prurito anche in zone di cute indenne. Durante le vacanze estive è sempre consigliabile il soggiorno al mare in un clima caldo temperato, poiché il microclima favorisce spesso la completa risoluzione delle lesioni eczematose.

 

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