Secondo la definizione dell’OMS il Diabete è una malattia cronico-degenerativa caratterizzata da aumento della glicemia e da un insieme di disfunzioni metaboliche che provocano nel tempo altri danni a carico di organi e apparati. Ne parliamo insieme al Prof. Paolo Montera, specialista in Endocrinologia e Medicina dello Sport
Quante tipologie di diabete esistono e quali sono le differenze?
Esistono varie tipologie di Diabete che differiscono per la diversità delle cause che lo provocano (etiologia):
Diabete di tipo 1: ha una genesi autoimmune, è provocato cioè dalla produzione di auto-anticorpi che distruggono le cellule beta del pancreas che producono l’insulina, ormone necessario a mantenere nella norma la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia); si manifesta in giovane età o anche nei primi anni di vita.
Diabete di tipo 2 (spesso impropriamente definito diabete alimentare): ha carattere familiare ed è provocato inizialmente da una ridotta capacità dell’insulina di abbassare la glicemia (insulinoresistenza) e successivamente da una ridotta produzione di insulina da parte del Pancreas, con conseguente aumento della glicemia; è prevalente dopo i 40 anni e nei soggetti in sovrappeso/obesi con familiarità positiva per diabete; al contrario del diabete tipo 1, dipende fortemente da uno stile di vita caratterizzato da eccessi alimentari e scarsa attività fisica (sedentarietà).
Diabete gestazionale o gravidico: si manifesta durante la gravidanza e può essere svelato da un occasionale riscontro di glicemia a digiuno elevata o in corso di curva da carico orale di glucosio; la causa è simile a quella del Diabete tipo 2 (insulinoresistenza); tende a scomparire dopo il parto ma rappresenta una condizione di rischio più elevato per la madre di sviluppare il diabete negli anni successivi.
Diabete MODY: è una forma più rara di diabete, su base genetica, caratterizzata dalla comparsa di un diabete con caratteristiche del Diabete tipo 2, ma in un soggetto giovane.
Diabete LADA: è una forma rara di diabete, a genesi autoimmune come il diabete di tipo 1, caratterizzato dalla necessità di terapia insulinica in un soggetto adulto e normopeso, che presenta iperglicemia che non risponde alla terapia con ipoglicemizzanti orali.
Quanto è diffuso il Diabete in Italia?
Il diabete tipo 2 è il più diffuso in Italia costituendo circa il 90 % dei casi totali di diabete, con una prevalenza del 5,6 % della popolazione, pari a circa 3,5 milioni di persone (dati ISTAT), con una tendenza all’aumento (nel 2000 erano 2 milioni di casi, pari al 3.5 % della popolazione). L’aumento è conseguenza dell’aumento della vita media e dello stile di vita degli italiani, sempre più orientato alla sedentarietà e agli errori alimentari; l’80% dei diabetici di tipo 2, infatti, presenta Obesità o sovrappeso.
Come distribuzione geografica è più diffuso al Sud rispetto al Nord e le regioni del Nord-est sono quelle che presentano una minore diffusione della malattia; tale distribuzione geografica ricalca fedelmente quella della sedentarietà in Italia, massima al Sud e minima nel Nord-est. La stessa tendenza comunque si registra in tutto il mondo, con un aumento più significativo nei paesi più poveri o in via di sviluppo (Africa, Pakistan e India) per l’adozione di stili di vita, soprattutto da un punto di vista alimentare, simili a quelli occidentali.
Come si manifesta il Diabete?
Considerando le forme di Diabete più frequenti, il diabete di tipo 1 ha un esordio acuto e molto evidente, soprattutto perché si manifesta in un soggetto in età pediatrica o preadolescenziale, con sete intensa, bisogno di urinare molto e spesso, dimagrimento e spesso alito acetonico; l’iperglicemia è spesso severa con presenza di glucosio e chetoni nelle urine. Il Diabete di tipo 2 ha, invece, una comparsa più subdola ed è spesso asintomatico, tanto che l’iperglicemia, meno elevata rispetto al diabete tipo 1, viene riscontrata occasionalmente nel corso di analisi emato-chimiche di routine.
Quali trattamenti vengono utilizzati in caso di Diabete?
Il Diabete di tipo 1, essendo caratterizzato da mancanza di produzione insulinica, si cura con la somministrazione sottocutanea di analoghi dell’Insulina; il Diabete di tipo 2 si cura inizialmente con un intervento sullo stile di vita finalizzato alla perdita di peso (dieta ipoglucidica ed esercizio fisico regolare); se queste misure sono insufficienti si ricorre ai farmaci come Metformina, Gliptine, Incretinomimetici, Glifozine assunti per bocca sottoforma di compresse (ipoglicemizzanti orali). Anche il diabete gravidico si cura con dieta ed esercizio fisico e, se queste misure sono insufficienti, si può arrivare, nelle forme più resistenti, all’utilizzo di insulina.
Si può prevenire il Diabete?
È possibile prevenire solo il Diabete di tipo 2, che presenta un carattere familiare e può colpire diversi membri della stessa famiglia, e, in parte, quello gravidico; la consapevolezza da parte di questi soggetti di essere esposti al rischio di diabete dovrebbe spingerli a evitare di ingrassare, attraverso una dieta che limiti l’assunzione di zuccheri semplici, farine bianche o amidi e svolgendo un regolare e costante esercizio fisico. E’ dimostrato che il grasso che si localizza nell’addome è il maggiore determinante dell’insulinoresistenza e della comparsa di Diabete nei soggetti predisposti.