Diagnosi sbagliata: in quali casi è responsabilità del medico?
Cosa bisogna fare in caso di diagnosi sbagliata da parte di un medico? Ce lo spiega il Dott. Marcello Lorello, esperto in Medicina Legale a Napoli
Quando si può parlare di diagnosi sbagliata?
Secondo la sentenza emessa dalla Corte di Cassazione n. 47448/2018, l’errore diagnostico può verificarsi in 2 casi:
- Quando il medico, di fronte a uno o più sintomi di una patologia, non è in grado di ricondurli a una malattia nota o li associa alla malattia sbagliata;
- Quando il medico evita di sottoporre il paziente a degli accertamenti e a dei controlli che sono invece fondamentali per poter formulare una corretta diagnosi.
Il medico è responsabile anche nel caso in cui la sintomatologia del paziente dovrebbe indurlo a formulare una diagnosi differenziale ma egli non provveda a eseguire i dovuti esami clinici e decida di rimanere nella posizione diagnostica iniziale che, in seguito, si rivelerà errata.
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Cosa prevede la legge in caso di diagnosi sbagliata?
La Suprema Corte ha decretato la condanna per lesioni personali colpose per un medico che, non avendo effettuato i dovuti esami clinici, dimise con la diagnosi di gastrite un paziente che in realtà era affetto da una patologia tumorale favorendo un processo patologico che, se fosse stato subito curato, sarebbe stato evitato o quantomeno contenuto.
La sentenza Franzese (Cass., SS.UU., n. 30328/2002) nell’ambito di un reato colposo omissivo ritiene configurabile il rapporto di causalità se, nel caso in cui sia stata omessa un’azione doverosa, si dimostra che l'evento dannoso si sarebbe o verificato più tardi o avrebbe avuto una minore intensità lesiva.
D’altra parte, il Tribunale di Treviso (sentenza n. 578/2010) ribadisce che una diagnosi sbagliata dalla quale sia derivato il ritardo nell'accertamento di una grave patologia, anche se non ha influito negativamente sull'evoluzione, sul trattamento e sulla prognosi, può comunque determinare il diritto al risarcimento del danno cagionato al paziente, anche solo per ristorare lo stato d'ansia derivato al paziente dall'incertezza diagnostica e ciò va quantificato con criteri equitativi.
Infine, il Tribunale di Roma (sentenza n. 17586 del 19 settembre 2018) ha di recente decretato la responsabilità solidale di due dottori per una diagnosi intra-operatoria erronea, in quanto l'obbligo di diligenza gravante su ciascun membro di un team medico non riguarda solamente le mansioni che gli sono affidate, ma anche la supervisione dell'operato e degli errori altrui che siano evidenti e non settoriali.
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