Dislipidemie e riso rosso fermentato: quale relazione?
Molti pazienti affetti da dislipidemia che non vogliono curarsi con le statine chiedono di utilizzare il riso rosso fermentato. Tuttavia, si conosce poco sulla appropriatezza d'uso di questo alimento al fine di trattare le dislipidemie. Approfondiamo questo argomento con il Dott. Antonino Stipo, specialista in Cardiologia
Che cosa si intende per dislipidemie?
Con il termine dislipidemie ci si riferisce a un insieme di alterazioni della quantità di grassi nel sangue, soprattutto trigliceridi e colesterolo.
Le dislipidemie rappresentano una delle principali cause di insorgenza di malattie cardiovascolari.
Questa patologia è provocata da alcune predisposizioni genetiche accompagnate da alcuni fattori di rischi, tra cui:
- Stili di vita non appropriati
- Abuso di alcol
- Malattie renali ed epatiche
- Uso di farmaci estro-progestinici
Perché si parla del riso rosso fermentato per trattare il colesterolo alto?
Dalla fermentazione del riso rosso si ottiene una statina chiamata monacolina K, ovvero la sostanza che riduce il colesterolo LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo”.
La molecola monacolina K ha la struttura chimica sovrapponibile alla lovastatina, statina di media-bassa potenza, prodotta da aziende farmaceutiche. La lovastatina viene commercializzata in compresse a dosaggi di 10, 20 e 40 mg. Invece, fino allo scorso anno, la monacolina K veniva proposta, associata ad altre molecole, in dosi variabili fino a 10 mg.
Nella sostanza si trovavano in commercio preparati classificati come farmaci con lovastatina 10 mg ed altri come integratori alimentari/nutraceutici con monacolina K a 10 mg associata ad altri principi attivi.
Esistono dei rischi?
Poiché gli effetti avversi della monacolina K sono sovrapponibili a quelli della lovastatina in termini di danni al tessuto muscoloscheletrico e quello connettivo, ossia al fegato, al sistema nervoso, al tratto gastrointestinale, alla cute e al tessuto sottocutaneo. Tra alcuni effetti indesiderati si trovano:
- Dolore addominale
- Bruciore di stomaco
- Flatulenza
- Mal di testa
- Vertigini
Peraltro, la distinzione fra farmaco e integratore alimentare/nutraceutico sulla base del dosaggio praticamente non c’era.
Dal giugno 2022, per motivi di sicurezza sull’uso degli integratori alimentari, la Commissione Europea ha stabilito che gli integratori a base di monacolina K devono avere un contenuto di principio attivo inferiore a 3 mg per dose.
Nonostante ciò, la monacolina K si può utilizzare con la consapevolezza che:
- L’effetto ipocolesterolemizzante è dato dall’effetto sinergico di più molecole;
- In persone particolarmente predisposte, si possono avere comunque effetti collaterali;
- L’integratore alimentare è indicato quando si deve ridurre il colesterolo LDL di poco.