Dispepsia: quando preoccuparsi?

Pubblicato il: 26/03/2025 Editato da: Serena Silvia Ponso il 26/03/2025

La cattiva digestione, o dispepsia, è un disturbo digestivo molto comune, che interessa milioni di persone. Cerchiamo di capire insieme al Dott. Francesco De Leonardis, specialista in Gastroenterologia, quando è bene preoccuparsi e cosa fare al riguardo.

Da cosa è causata la dispepsia?

Le cause della cattiva digestione possono essere diverse e purtroppo non sempre facili da identificare. In generale, si distinguono due tipi di dispepsia:

  1. Dispepsia funzionale: si verifica quando non è possibile individuare una causa organica precisa, ma il paziente continua a manifestare sintomi gastrointestinali. Fattori come stress, ansia o una dieta disordinata possono influenzare il funzionamento dello stomaco e causare dispepsia.
  2. Dispepsia organica: in questo caso, la cattiva digestione è legata a condizioni mediche sottostanti come gastrite, ulcera peptica, o malattie del tratto biliare. Anche il reflusso gastroesofageo e le infezioni da Helicobacter pylori possono provocare dispepsia.


Altre possibili cause includono l'uso eccessivo di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) e il consumo di alimenti irritanti per il tratto gastrointestinale, come cibi piccanti, grassi o alcol.

Sintomi della dispepsia

I sintomi della dispepsia possono variare da persona a persona, ma i più comuni sono:

  • Dolore o bruciore nella parte alta dell'addome, spesso descritto come una sensazione di peso o oppressione.
  • Nausea e vomito, soprattutto dopo i pasti.
  • Gonfiore addominale e flatulenza.
  • Eruttazione frequente.
  • Sensazione di pienezza precoce durante i pasti, che porta a un calo dell'appetito.

Questi sintomi possono presentarsi occasionalmente o essere persistenti, influenzando notevolmente la qualità della vita del paziente.

Quando preoccuparsi?

È importante sapere che, sebbene la dispepsia possa essere spesso innocua, ci sono alcuni segnali d'allerta che devono indurre a consultare un medico. Questi includono:

  1. Persistenza dei sintomi: Se i sintomi di dispepsia persistono per più di due settimane, è consigliabile consultare un gastroenterologo.
  2. Perdita di peso inspiegabile: Se si verifica una perdita di peso significativa senza motivo apparente, è un segnale da non sottovalutare.
  3. Difficoltà a deglutire: Se si hanno problemi a deglutire, questo potrebbe indicare un problema più serio.
  4. Sangue nelle feci o nel vomito: La presenza di sangue è un segnale d’allerta che richiede attenzione immediata.
  5. Anemia: Sintomi di anemia, come stanchezza e pallore, possono essere associati a condizioni gastrointestinali sottostanti.

Quali sono i trattamenti?

Il trattamento della cattiva digestione dipende dalla causa sottostante. Nei casi di dispepsia funzionale, l'approccio principale consiste nel modificare lo stile di vita e l'alimentazione. Tra i consigli più comuni vi sono:

  • Evitare pasti abbondanti e grassi.
  • Ridurre l’assunzione di alcol, caffeina e cibi piccanti.
  • Gestire lo stress attraverso l’attività fisica o tecniche di rilassamento.


Se la dispepsia è causata da un'infezione da Helicobacter pylori, il medico prescriverà una terapia antibiotica specifica per debellare il batterio. Nei casi di reflusso gastroesofageo o ulcera, possono essere utilizzati farmaci antiacidi o inibitori della pompa protonica per ridurre la produzione di acido gastrico e proteggere la mucosa.


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Prevenire vuol dire fare il primo passo

Per prevenire la cattiva digestione, è consigliabile adottare uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata e regolare. Mangiare lentamente, masticare bene i cibi e fare attività fisica regolare possono ridurre il rischio di sviluppare dispepsia. Evitare il fumo e limitare l'uso di farmaci che possono irritare lo stomaco sono altre buone pratiche.

Gastroenterologia a Roma

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