La cattiva digestione, o dispepsia, è un disturbo digestivo molto comune, che interessa milioni di persone. Cerchiamo di capire insieme al Dott. Francesco De Leonardis, specialista in Gastroenterologia, quando è bene preoccuparsi e cosa fare al riguardo.
Da cosa è causata la dispepsia?
Le cause della cattiva digestione possono essere diverse e purtroppo non sempre facili da identificare. In generale, si distinguono due tipi di dispepsia:
- Dispepsia funzionale: si verifica quando non è possibile individuare una causa organica precisa, ma il paziente continua a manifestare sintomi gastrointestinali. Fattori come stress, ansia o una dieta disordinata possono influenzare il funzionamento dello stomaco e causare dispepsia.
- Dispepsia organica: in questo caso, la cattiva digestione è legata a condizioni mediche sottostanti come gastrite, ulcera peptica, o malattie del tratto biliare. Anche il reflusso gastroesofageo e le infezioni da Helicobacter pylori possono provocare dispepsia.
Altre possibili cause includono l'uso eccessivo di farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) e il consumo di alimenti irritanti per il tratto gastrointestinale, come cibi piccanti, grassi o alcol.
Sintomi della dispepsia
I sintomi della dispepsia possono variare da persona a persona, ma i più comuni sono:
- Dolore o bruciore nella parte alta dell'addome, spesso descritto come una sensazione di peso o oppressione.
- Nausea e vomito, soprattutto dopo i pasti.
- Gonfiore addominale e flatulenza.
- Eruttazione frequente.
- Sensazione di pienezza precoce durante i pasti, che porta a un calo dell'appetito.
Questi sintomi possono presentarsi occasionalmente o essere persistenti, influenzando notevolmente la qualità della vita del paziente.
Quando preoccuparsi?
È importante sapere che, sebbene la dispepsia possa essere spesso innocua, ci sono alcuni segnali d'allerta che devono indurre a consultare un medico. Questi includono:
- Persistenza dei sintomi: Se i sintomi di dispepsia persistono per più di due settimane, è consigliabile consultare un gastroenterologo.
- Perdita di peso inspiegabile: Se si verifica una perdita di peso significativa senza motivo apparente, è un segnale da non sottovalutare.
- Difficoltà a deglutire: Se si hanno problemi a deglutire, questo potrebbe indicare un problema più serio.
- Sangue nelle feci o nel vomito: La presenza di sangue è un segnale d’allerta che richiede attenzione immediata.
- Anemia: Sintomi di anemia, come stanchezza e pallore, possono essere associati a condizioni gastrointestinali sottostanti.
Quali sono i trattamenti?
Il trattamento della cattiva digestione dipende dalla causa sottostante. Nei casi di dispepsia funzionale, l'approccio principale consiste nel modificare lo stile di vita e l'alimentazione. Tra i consigli più comuni vi sono:
- Evitare pasti abbondanti e grassi.
- Ridurre l’assunzione di alcol, caffeina e cibi piccanti.
- Gestire lo stress attraverso l’attività fisica o tecniche di rilassamento.
Se la dispepsia è causata da un'infezione da Helicobacter pylori, il medico prescriverà una terapia antibiotica specifica per debellare il batterio. Nei casi di reflusso gastroesofageo o ulcera, possono essere utilizzati farmaci antiacidi o inibitori della pompa protonica per ridurre la produzione di acido gastrico e proteggere la mucosa.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE -----> Calcoli biliari: cosa è importante sapere?
Prevenire vuol dire fare il primo passo
Per prevenire la cattiva digestione, è consigliabile adottare uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata e regolare. Mangiare lentamente, masticare bene i cibi e fare attività fisica regolare possono ridurre il rischio di sviluppare dispepsia. Evitare il fumo e limitare l'uso di farmaci che possono irritare lo stomaco sono altre buone pratiche.