È il disturbo sessuale maschile più diffuso, superando anche il deficit erettile. Le stime variano a seconda degli studi, ma si attestano in linea di massima tra il 25-30% della popolazione sessualmente attiva sotto i 60 anni. In Italia interessa circa 4 milioni di persone. Purtroppo non si hanno numeri certi, perché è una problematica sottovalutata per la quale spesso gli uomini non si rivolgono a specialisti, per riluttanza, imbarazzo o sfiducia. Capiamo meglio di che cosa si tratta nel seguente articolo
Che cos’è l’eiaculazione precoce?
L’eiaculazione precoce (EP) è un disturbo che porta il soggetto a perdere il controllo sull’eiaculazione, tanto che questa avviene prima che lo si voglia o senza rendersene conto.
Per definizione, essa deve avvenire entro un minuto dalla penetrazione. Tuttavia, al di là della mera componente temporale, è importante considerare il livello di mancato appagamento o frustrazione che il soggetto prova al raggiungimento dell’orgasmo.
Nei casi più acuti, l’eiaculazione avviene prima della penetrazione (definita eiaculazione ante-portam).
Nella diagnosi è importante distinguere tra un disturbo primario, ovvero che si presenta fin dalle prime volte e dall’adolescenza, o acquisito, cioè che si è presentato in seguito nel corso della vita del soggetto. Nella maggior parte dei casi, l’EP è di carattere primario.
È inoltre importante comprendere se si presenta sempre, in ogni circostanza e con ogni partner, o se è situazionale come, ad esempio, solo nelle prime volte con partner nuovi.
Da che cosa è causata tale condizione?
Si può distinguere tra cause organiche e cause mentali. Tra le prime, le più diffuse sono problematiche legate al sistema nervoso centrale, problemi alla prostata, ipersensibilità peniena.
Invece, tra le cause psicologiche, le più comuni sono l’ansia (solitamente ansia da prestazione o sociale) e lo stress.
Anche l’abuso di droghe e una vita sedentaria possono essere fattori scatenanti.
Che impatto ha l’eiaculazione precoce sulla vita del paziente?
L’eiaculazione precoce è fortemente impattante sulla vita dell’individuo ed eventualmente su quella di coppia.
Il soggetto tende a sviluppare bassa autostima, crescenti livelli di frustrazione, a vivere a sua volta stati depressivi, innescando un pericoloso circolo vizioso di mantenimento del sintomo, calo della libido e diminuzione del piacere. Non di rado si arriva ad evitare situazioni che potrebbero portare a rapporti sessuali. All’interno della coppia si possono accendere conflitti più frequenti, tensioni, non detti, profonda insoddisfazione relazionale oltre che sessuale.
Cosa fare in caso di eiaculazione precoce?
Per far fronte all’eiaculazione precoce ci sono diversi trattamenti, spesso integrati tra loro.
Si può agire farmacologicamente (per quanto non esista un farmaco specifico per EP), oppure si possono applicare delle pomate locali con un basso potere anestetico per ridurre la sensibilità. Altresì si può intervenire con strategie comportamentali, che possano portare il soggetto a conoscere meglio la propria fase eccitatoria e riconoscere la sensazione di immediato raggiungimento dell’orgasmo. Spesso vengono anche introdotti degli esercizi per stimolare e sviluppare la muscolatura pubococcigea. Infine, soprattutto se la causa principale è l’ansia, bisogna riuscire a gestirla e ad affrontarla al meglio e viversi serenamente la vita sessuale.
È bene specificare che soluzioni fai-da-te, rubate da internet, sono spesso pericolose e inutili.