Endometriosi: ecco le 9 evidenze che tutte le donne dovrebbero sapere

Endometriosi: ecco le 9 evidenze che tutte le donne dovrebbero sapere

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Editato da: Marta Buonomano il 02/03/2023

Il Prof. Riccardo Marana, esperto in Ginecologia a Roma, ci parla dell’endometriosi, una patologia che può influire sulla fertilità delle donne

Che cos’è l’endometriosi?

L’endometriosi è una patologia che colpisce il 7-10% delle donne in età riproduttiva e che viene rilevata nel 60% delle pazienti con dolore pelvico cronico e nel 50% delle donne con problemi di infertilità. Questa malattia infiammatoria cronica è caratterizzata dalla presenza di frammenti di mucosa che riveste la cavità uterina (endometrio) al di fuori dell’organo.

Da cosa è causata?

Durante la mestruazione, una parte del flusso mestruale giunge, insieme a frammenti dell’endometrio, nella cavità peritoneale passando attraverso le tube. Questo processo viene chiamato “mestruazione retrograda”. Generalmente, questi frammenti vengono identificati come “estranei” dalle cellule del sistema immunitario presenti nella cavità addominale e vengono uccise dalle cosiddette cellule “natural killers”. A volte però, alcune donne presentano un deficit funzionale di queste cellule che ostacola la totale distruzione delle ghiandole endometriali che così si impiantano causando lesioni a livello delle ovaie, del peritoneo pelvico e dei legamenti utero-sacrali, nonché della tasca del Douglas, del retto o della vescica (raramente), dando luogo alla malattia endometriosica nei suoi vari stadi.

Cosa comporta la presenza di frammenti di endometrio al di fuori dell’utero?

Il tessuto endometriale, nonostante si trovi al di fuori della cavità uterina, continua a rispondere al ciclo degli ormoni prodotti dall’ovaio, come avviene con il normale endometrio. Questi frammenti proliferano durante la crescita del follicolo, sfaldandosi e sanguinando nella cavità peritoneale durante la mestruazione, provocando irritazione del peritoneo, dolore ed infiammazione cronica. Vengono inoltre liberate molecole (istamina, interleuchine, prostaglandine) che stimolano le terminazioni nervose, aumentando la sensazione di dolore. Le interleuchine, in particolare, portano alla formazione di tessuto cicatriziale (aderenze) negli organi pelvici che, in base alla localizzazione, può causare:

  • Dismenorrea (dolore durante la mestruazione)
  • Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
  • Dolore pelvico cronico
  • Dischezia (dolore nella defecazione in periodo mestruale)
  • Disuria (dolore durante la minzione)
  • Sterilità

Il sintomo del dolore è presente nel 60-70% circa delle donne con endometriosi; il 30-40% non presenta sintomi di dolore, mentre nel restante 30-50% delle pazienti vengono rilevati problemi di fertilità. Il dolore causato dall’endometriosi non è in relazione con l’estensione delle lesioni, né con lo stadio della malattia e può influire negativamente sulla qualità di vita di chi ne soffre (benessere fisico e mentale, relazioni personali e produttività lavorativa).

Qual è la relazione tra endometriosi e sterilità?

Secondo la letteratura, circa il 30-50% delle pazienti affette da endometriosi hanno una diminuita fertilità; mentre se una donna ha problemi di fertilità, nel 30-50% dei casi potrebbe avere l’endometriosi. Inoltre, le donne che soffrono di dismenorrea presentano una maggiore possibilità di avere l’endometriosi.

Endometriosi: come viene diagnosticata?

La diagnosi si basa su un’accurata anamnesi. Nei primi stadi della malattia, né l’ecografia transvaginale né la risonanza magnetica riescono a rilevare l’endometriosi; questi esami sono invece molto utili per la diagnosi di questa malattia nelle fasi più avanzate. In genere, la diagnosi definitiva si formula a seguito di una laparoscopia diagnostica o operativa con conseguente esame istologico.

È possibile prevenirla?

Purtroppo non è possibile prevenire l’endometriosi, essendo una malattia che insorge per predisposizione genetica multifattoriale.

Chirurgia laparoscopica nell’endometriosi

Il trattamento iniziale per combattere e ridurre il dolore causato dall’endometriosi prevede l’assunzione di antinfiammatori non steroidei (FANS). Eventualmente si passerà ad una terapia con estroprogestinici dapprima in continuo, successivamente con pausa mensile o progestinici in continuo. In caso di mancata risposta alla terapia medica è indicato il trattamento laparoscopico. Questo intervento, eseguito in anestesia totale, si serve di alcune piccole incisioni per introdurre una sonda a fibra ottica dotata di telecamera e tutti gli strumenti necessari alla rimozione delle cisti e delle localizzazioni di endometriosi.

Quali sono i vantaggi dell’intervento?

La laparoscopia è un tipo di chirurgia mininvasiva, in grado di ridurre il dolore postoperatorio ed il rischio di infezioni nel paziente. Riduce inoltre i tempi di convalescenza e presenta grandi vantaggi dal punto di vista estetico in quanto le incisioni eseguite non lasceranno grandi cicatrici.

È possibile ottenere una gravidanza dopo l’operazione?

L’endometriosi, se non operata, riduce al 21% le possibilità di ottenere una gravidanza (in caso di cisti endometriosica monolaterale) la percentuale scende a 0-5% in caso di endometriosi bilaterale. Grazie alla chirurgia, le possibilità di concepimento nelle donne che sono state sottoposte all’intervento laparoscopico raggiungono il 56%, come da noi riportato in una pubblicazione internazionale (Busacca, Marana, Medical Journal, 1999).

Ginecologia e Ostetricia