Extrasistolia: una delle conseguenze dello stress psico-fisico

Extrasistolia: una delle conseguenze dello stress psico-fisico

Editato da: Sharon Campolongo il 01/07/2022

L’extrasistolia è una patologia abbastanza frequente che, nella maggior parte dei casi, non dà sintomi e viene scoperta solo in un secondo momento, facendo accertamenti di altro genere. Ma che cos’è esattamente un’extrasistolia e cosa fare in caso di soffrirne? Approfondiamo questo tema grazie all’intervento del Dott. Pier Luigi Pellegrino, specialista in Cardiologia

Extrasistoli: di che cosa si tratta?

Le extrasistoli sono alterazioni del normale ritmo cardiaco (aritmie) caratterizzate da battiti “anticipati” che interrompono la normale regolarità del ritmo. Le extrasistoli possono originare sia dagli atri che dai ventricoli e sono molto frequenti in tutte le fasce d’età.

Quali sono le cause?

Nella maggior parte dei casi queste aritmie sono benigne, si osservano in cuori normali e possono essere dovute allo stress psico-fisico oppure all’eccessivo consumo di thè, caffè o alcool. In alcuni casi, tuttavia, possono essere la conseguenza di patologie di altri organi (ad esempio la tiroide o problema gastrici), oppure di malattie cardiache, talora potenzialmente gravi come un pregresso infarto miocardico o lo scompenso cardiaco. Talora si manifestano maggiormente nelle ore diurne e durante lo stress psico-fisico per ridursi durante il riposo o di notte; altre volte, invece, non ci sono differenze nel corso della giornata.

modello anatomico del cuore tra le mani di un dottore

Come si identificano i sintomi?

Le extrasistoli si manifestano come pulsazioni più forti che vengono avvertite sul petto e descritte spesso come “colpo al petto”, “tuffo al cuore” oppure “battito mancante”. In base alla frequenza con la quale si manifestano durante la giornata possono essere poche, ben tollerate e non comportare alcun problema per i pazienti, oppure frequenti e mal tollerate. Talvolta, tuttavia, possono essere del tutto asintomatiche.

L’esame più significativo per identificare le extrasistoli è l’ECG Holter che è in grado di valutare le caratteristiche principali dell’aritmia ed in particolare il numero complessivo di battiti anomali durante l’intera giornata, oppure quelli che originano da più punti del cuore, o, infine le extrasistoli ripetitive (ossia che si raggruppano in più battiti consecutivi sotto forma di “scariche” o “salve”). Se il numero di extrasistoli che originano dai ventricoli è particolarmente elevato, può portare nel corso degli anni ad una dilatazione del cuore.

Tuttavia l’Elettrocardiogramma, la visita cardiologica, una corretta anamnesi familiare (raccolta di dati volta ad identificare casi di malattie ereditarie o di morti improvvise giovanili), e la valutazione di sintomi quali la perdita di coscienza (il comune svenimento) sono fondamentali per escludere i casi in cui sono presenti malattie cardiache gravi.

Qual è la terapia?

Nei pazienti con cuori normali le extrasistoli sono in genere benigne e non necessitano di terapia. Nei pazienti sintomatici e con extrasistoli frequenti, oppure con malattie cardiache sottostanti, può essere necessario prescrivere una terapia con farmaci antiaritmici, ossia farmaci che bloccano le extrasistoli. Nel caso in cui questi ultimi siano inefficaci, può essere necessaria l’ablazione transcatetere, metodica mini-invasiva che attraverso l’introduzione di sonde di piccole dimensioni e flessibili all’interno del cuore, è in grado di identificare il punto dal quale originano le extrasistoli e di eliminarle definitivamente attraverso una corrente che genera calore e riscalda i tessuti, con una elevata probabilità di guarigione per il paziente.

Cardiologia a Foggia