Tra le aritmie più comuni si trova la fibrillazione atriale, che colpisce circa l’1-2% della popolazione dei paesi occidentali. Interessa soprattutto il genere maschile e aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età. Approfondiamo questo argomento nel seguente articolo
Cos’è la fibrillazione atriale?
La FA consiste nella disorganizzazione dell’attività elettrica degli atri, che corrisponde a un’attività meccanica inefficace.
Generalmente, i primi episodi di fibrillazione atriale sono parossistici, perché si generano e terminano in maniera spontanea. Tuttavia, se non vengono trattati, con il passare del tempo gli episodi aumentano in frequenza e durata.
La fibrillazione atriale si verifica in seguito a condizioni predisponenti già presenti come:
- Infarto miocardico
- Scompenso cardiaco
- Ipertensione arteriosa
- Vizi valvolari
- Alterazione della funzionalità tiroidea
- Patologia polmonare
Sintomi e diagnosi della fibrillazione atriale
La sintomatologia della FA è eterogenea e può includere:
- Astenia
- Cardiopalmo aritmico
- Debolezza
- Mancanza di respiro
- Scarsa tolleranza allo sforzo fisico
- Dolore cardiaco
Per ottenere una diagnosi corretta è necessario che il paziente si sottoponga a diverse indagini, tra cui gli esami ematici, l’ecocardiogramma, l’Holter ECG dinamico, l’impianto di Loop Recorder e il test da sforzo.
Quali trattamenti vengono impiegati?
Una volta realizzata la diagnosi, bisogna determinare qual è il rischio cardioembolico del paziente.
La scelta del trattamento dell’aritmia si basa principalmente su due strategie, ovvero il controllo della frequenza ventricolare oppure il controllo del ritmo cardiaco.
Per ripristinare e mantenere il ritmo normale del cuore si ricorre alla cardioversione, che si può eseguire attraverso DC shock elettrico oppure con la somministrazione di farmaci antiaritmici in vena.
Tuttavia, se il trattamento farmacologico non genera alcun effetto, allora sarà necessario procedere con l’ablazione transcatetere. Quest’ultima è una procedura chirurgica che punta ad eliminare i foci atriali che causano l’insorgenza di FA.