I nuovi nemici dell’alimentazione moderna

Pubblicato il: 10/05/2023 Editato da: Alice Cattelan il 10/05/2023

A partire dagli anni 50 vi è stato un notevole decremento della qualità del cibo, diventato fonte di avvelenamento per il nostro microbiota e per la salute dell’organismo. Il Dott. Luca Covotta, esperto in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva Chirurgica, ci spiega quali sono questi nuovi nemici della nostra alimentazione

Parliamo della farina doppio zero e dello zucchero!

I nutrizionisti americani hanno coniato una simpatica frase per far limitare il consumo di pane bianco: The whiter the bread, the quicker you’re dead.
La farina bianca si ottiene dal processo di molitura del seme del grano, dal quale vengono tolte due componenti fondamentali: crusca e germe. In questo modo, non solo impoverisce il contributo nutrizionale per noi e per i nostri batteri ma aumenta anche l’indice glicemico con tutte le conseguenze negative che questo comporta.

Lo zucchero invece, ha iniziato ad essere presente nella dieta dell’uomo solo a partire dal 1600 e negli ultimi anni ne è diventato un protagonista. La sensazione di dolce nel cibo ha progressivamente cambiato il rapporto dell’uomo con gli alimenti tale da creare una vera dipendenza da dolce. Oltre all’elevato indice glicemico lo zucchero ha effetti molto negativi sul microbiota in particolare di quei batteri che si occupano di tenere in regola la barriera di con conseguente sviluppo della sindrome dell’intestino permeabile.

Cibi industriali, emulsionanti e additivi

Il mondo alimentare industriale lavora nella creazione di cibi confezionati che abbiano due requisiti fondamentali essere conservati molto a lungo ed avere la massima palatabilità quasi a creare una dipendenza da gusto definito in inglese bliss point ovvero punto di beatitudine. A tale scopo si sono concentrati gli sforzi su di una triade di componenti: zuccheri, grassi e sale. Il bilanciamento di questa triade è sicuramente fondamentali per l’economia industriale ma purtroppo tossica per il consumatore, diversi studi pubblicati evidenziano il legame tra il consumo di questi alimenti e un aumento del rischio di obesità, malattie cardiovascolari e morte prematura.

Emulsionanti e additivi sono sostanze usate per fare in modo che gli ingredienti nei cibi si amalgamino in modo stabile. È stato dimostrato che la loro assunzione ha un effetto nell’ aumento della componente batterica intestinale di tipo infiammatorio con aumento della permeabilità intestinale. Inoltre, queste sostanze cambiano l'espressione di alcuni neuropeptidi, messaggeri chimici di collegamento tra il sistema nervoso centrale ed il sistema nervoso enterico, creando una maggiore componente ansiogena e difficoltà di socializzazione.

Anche i farmaci possono nuocere!

Vi sono due classi di farmaci che possono essere dannose per il nostro microbioma: gli antibiotici e i gastroprotettori.

L’uso degli antibiotici, nonostante i numerosi vantaggi in campo infettivo, è spesso associato ad esiti negativi per la salute, in particolar modo se assunti per lunghi periodi oppure somministrati nelle prime fasi di sviluppo neonatale. Già dopo un singolo ciclo la biodiversità del microbiota intestinale si riduce del 25%. Secondo dati dell'agenzia italiana del farmaco (AIFA), l'Italia si pone tra i Paesi Europei con maggior consumo di antibiotici, addirittura doppio rispetto a Germania e Regno Unito, con un aumento del consumo del 18% tra gli anni 2000 e 2007. Come diretta conseguenza dell'abuso e della scorretta assunzione di antibiotici, l'Italia risulta inoltre tra i Paesi Europei con il più alto tasso di antibiotico-resistenza.

I Gastroprotettori, detti Inibitori della Pompa Protonica (IPP), bloccano la secrezione acida gastrica. Il danno maggiore del bloccare la secrezione gastrica è la mancata sterilizzazione dei cibi. L’acido infatti è un potentissimo inceneritore che brucia tutti i germi presenti nei cibi. In anni preistorici si considera che lo stomaco avesse un pH di circa 2 ovvero ambiente molto acido tale da consentire all’uomo di mangiare anche le carcasse di animali morti. Quando circa 10 mila anni fa siamo passati da cacciatori a coltivatori/allevatori il nostro pH è aumentato a circa 2,8 e già questo ha scombussolato i nostri amici batteri nell’intestino. 

Chirurgia Generale a Mirabella Eclano

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