Il mal di testa: emicrania o cefalea?

Il mal di testa: emicrania o cefalea?

Editato da: Monica Fato il 24/03/2022

L’emicrania è una forma di mal di testa molto diffusa, che può essere invalidante per chi ne soffre. Il Dott. Davide Borghetti, Neurologo a Pisa, ci spiega l’importanza di una diagnosi corretta per scegliere una terapia efficace

Che cos’è l'emicrania? E cosa si intende con "cefalea"?

Con il termine medico cefalea si intende genericamente un dolore localizzato alla regione della testa. Questo termine non ci dice dunque nulla riguardo la localizzazione precisa, le caratteristiche, l'intensità e l'eventuale natura del dolore, tutte caratteristiche che possono variare moltissimo tra un soggetto e l'altro.

Con la parola emicrania andiamo invece ad identificare una ben definita tipo di mal di testa, caratterizzato da sintomi e meccanismi fisiopatologici, invece, rappresenta un tipo di mal di testa. L'emicrania rappresenta una delle più frequenti forme di cefalea primaria, ovvero è un mal di testa che non è determinato da altre malattie o problematiche.

Come si presenta il dolore emicranico?

Il dolore emicranico presenta caratteristiche piuttosto definite. Innanzitutto, e come suggerito dal termine stesso, esso interessa solitamente una metà della testa; esso è poi in genere estremamente intenso e poco sopportabile, se non francamente invalidante, di tipo pulsante (ovvero sembra seguire il "battito del cuore") o trafittivo (come una lama di coltello). 

Non di rado si associano sintomi accompagnatori come nausea e vomito: questi sono tanto il risultato dell'intenso dolore patito, quanto veri e propri effetti e manifestazioni sistemiche dell'attacco emicranico. A questo proposito è importante ricordare che il dolore alla testa rappresenta la più eclatante manifestazione di un problema che riguarda, comunque, tutto il corpo. Altri sintomi tipici sono il fastidio per la luce (fotofobia), per i suoni (fonofobia) e per gli odori (osmofobia), l'irrequietezza. In alcuni casi sono presenti sintomi prodromici, ovvero che precedono l'attacco, quali ad esempio la tendenza a sbadigliare, un incremento dell'appetito, o ancora alterazioni dell'umore come ansia e irritabilità.

La durata dell'attacco può andare dalle poche ore sino a 72h ed oltre, cosa che rende l'episodio particolarmente invalidante e con ripercussioni non trascurabili in ambito personale, lavorativo, familiare e sociale.

L’emicrania, infine, possiede un certo grado di familiarità, ovvero gli attacchi dolorosi interessano più membri del nucleo famigliare.

Come diagnosticare l'emicrania?

Alla base dell'emicrania vi sono precisi meccanismi eziopatogenetici: ecco perché, per poterla trattare adeguatamente, è necessario innanzitutto diagnosticarla in modo corretto. Questo anche perché l'attacco emicranico può essere poco responsivo ai comuni analgesici da banco, cosa che non di rado porta ad un loro utilizzo improprio. Nei casi più gravi, ovvero quando il dolore è particolarmente invalidante o si presenta con frequenza eccessiva, è possibile effettuare una terapia profilattica quotidiana con particolari categorie farmacologiche (es. farmaci anticonvulsivanti).

Neurologia a Pisa