La dieta che fa bene al cuore

Editato da: il 13/04/2024

Anche la cattiva alimentazione fa parte dei fattori di rischio cardiovascolari e, soprattutto nel paziente cardiopatico che ha già subito un intervento al cuore, è fondamentale osservare una dieta corretta. Ne parla il Dott. Mattia Glauber, esperto in Cardiochirurgia a Milano

 

 

Quale dieta deve seguire il paziente che ha appena subito un’operazione al cuore?

Una dieta corretta, assieme all’esercizio fisico costante e al controllo del peso corporeo, aiuta a tenere sotto controllo i fattori di rischio cardiovascolare.

Il paziente che ha appena subito un’operazione al cuore deve evitare principalmente i cibi ricchi di colesterolo e grassi saturi: questi causano l’accumulo di grasso nel sangue, con possibilità di conseguente formazione di placche aterosclerotiche. Da evitare sono anche i cibi ad alto contenuto di sale, che fa aumentare la pressione sanguigna.

 

Attenzione al colesterolo!

Il valore del colesterolo totale deve essere in generale inferiore a 200; per chi ha sofferto di ischemia cardiaca, inferiore a 160.

Esistono due tipi di colesterolo:

·         LDH, il “colesterolo cattivo”: il valore va mantenuto sotto il livello di 130, 100 per chi ha sofferto di ischemia cardiaca.

·         HDL, il “colesterolo buono”: il valore deve essere superiore a 35.

Il valore dei trigliceridi, invece, deve essere inferiori a 200. Per chi ha sofferto di ischemia cardiaca, inferiore a 170.

Per quanto riguarda i grassi non saturi, ne esistono di due tipi:

·         Polinsaturi (Acidi grassi polinsaturi), che aiutano a ridurre il colesterolo;

·         Monoinsaturi (Acidi grassi monoinsaturi), neutri per il colesterolo e protettivi per il “colesterolo buono”.

Ecco una lista di alimenti utili per il colesterolo:

·  Olio di mais: grassi polinsaturi;

·  Olio di girasole: grassi polinsaturi;

·  Pesce d’acqua fredda: grassi polinsaturi;

·  Olio d’oliva: grassi monoinsaturi;

·  Olio di arachidi: grassi monoinsaturi.

I grassi saturi, invece, sono dannosi per la salute, in quanto aumentano il tasso di colesterolo cattivo. Solitamente sono di origine animale e si trovano in molti cibi confezionati:

·  Cane grassa;

·  Burro, latte intero, formaggio;

·  Lardo;

·  Uova;

·  Olio di cocco;

·  Olio di palma

In generale, e soprattutto per il paziente cardiopatico, è necessario tenere sotto controllo, con opportuni esami, i livelli di colesterolo. Se la dieta da sola non bastasse, il medico potrebbe prescrivere alcuni farmaci che aiutano a tenere nei livelli consigliati questo importante fattore di rischio.

 

Altri consigli per la dieta del paziente cardiopatico

Le fibre, solubili e non solubili, fanno parte di una dieta corretta. È raccomandato un consumo di fibre di circa 30 grammi al giorno.

La fibra solubile aiuta l’intestino a funzionare meglio e riduce l’assorbimento del colesterolo. Si trova in gran quantità nei fiocchi d’avena, nei fagioli, nell’orzo, nel cavolfiore, nel cavolo, nelle carote, nei piselli, nelle patate, nelle arance e nelle prugne.

La fibra insolubile è contenuta nella buccia della frutta, della verdura e nei semi. Questo alimento ha anche la proprietà di ridurre il rischio di tumore intestinale.

Accanto all’assunzione di fibre è consigliato bere molta acqua, circa 8 bicchieri al giorno, a meno che non sia controindicata dal medico.

Il sodio presente nel sale provoca ritenzione d’acqua nel corpo, fa aumentare il volume del sangue e può, quindi, far alzare la pressione sanguigna. Se si stanno assumendo medicinali per ridurre l’ipertensione, che solitamente stimolano il corpo ad eliminare acqua, mangiare cibi salati può ridurne l’effetto.

Il consiglio è quello di evitare il sale da cucina e limitare l’assunzione di cibi che ne contengono in gran quantità, come insaccati, salumi, pesce essiccato, cibo in scatola, nocciole, snack salati, formaggi stagionati, etc.

 

Editor Karin Mosca

Cardiochirurgia a Milano