La nuova definizione del fegato grasso non alcolico (NAFLD) è la MASLD: Disfunzione Metabolica Associata a Malattia Epatica Steatotica

Editato da: Veronica Renzi il 19/06/2024

Nell’estate 2023 la malattia del fegato grasso non alcolico (NAFLD) è stata rinominata da un Consenso Internazionale come MASLD (disfunzione metabolica associata a malattia epatica steatotica). La MASLD è una definizione più completa che comprende individui con evidenza di steatosi epatica ed almeno un fattore di rischio cardiometabolico (sovrappeso, obesità, diabete mellito tipo 2, ipertensione arteriosa e dislipidemia). Quindi si può definire come una malattia metabolica.


Quanto è comune la MASLD?

Negli ultimi anni le cause principali di malattia epatica sono l’abuso di alcool, le epatiti virali croniche ed ora MASLD e MASH correlate all’obesità pandemica.

La MASLD è attualmente la patologia più comune nei paesi occidentali, che colpisce globalmente un terzo degli adulti e fino al 90% dei pazienti affetti da obesità o diabete mellito tipo 2.

Attualmente MASH è l’indicazione per il trapianto di fegato nei paesi occidentali che sta crescendo più velocemente.


Perchè è importante non sottovalutare questa patologia?

La MASH (disfunzione metabolica associata a steatoepatite) che ha rimpiazzato la NASH (steatoepatite non alcolica) rappresenta lo stadio più infiammatorio delle cellule epatiche. Questo stadio ha un’importanza significativa perchè la MASH porta ad un rischio di progressione in fibrosi (cicatrice) che evolve successivamente in cirrosi ed eventualmente nel cancro epatico.

MASLD è associata ad un incremento di prevalenza ed incidenza di malattia cardiovascolare ed è fattore di rischio per l’epatocarcinoma.

La malattia cardiovascolare è la causa più comune di morte tra gli individui affetti da MASLD.


Quali sono le cure che si possono intraprendere per la MASLD?

Quando viene individuata precocemente la MASLD è molto importante valutare a fondo il paziente individuando i fattori di rischio, valutando la fibrosi del fegato ed escludendo le cause secondarie. Una volta che il paziente è stato ben inquadrato dal punto di vista clinico è fondamentale aiutarlo a cambiare lo stile di vita ed attuare certi interventi clinici che possono rallentare o addirittura bloccare la progressione della malattia epatica.

Il medico deve fortemente incoraggiare e facilitare la perdita di peso dove è possible. L’evidenza suggerisce che una perdita di peso del 3%-5% reduce la steatosi epatica; una perdita di peso del 5%-7% porta alla risoluzione dell’infiammazione ( MASH) e una perdita di peso di oltre il 10% può attualmente migliorare la fibrosi epatica.

Medicina Interna a Brescia