La sindrome del tunnel carpale

La sindrome del tunnel carpale

Editato da: Karin Mosca il 16/03/2023

La sindrome del tunnel carpale è una delle più comuni patologie della mano, caratterizzata da intorpidimento e diminuzione della funzionalità. Il Dott. Arman Sard, Ortopedico specializzato nella chirurgia dell'arto superiore, ci spiega cos’è e quali sono gli interventi chirurgici per risolverla

Cos’è la sindrome del tunnel carpale?

La sindrome del tunnel carpale è una malattia causata dalla compressione del nervo mediano a livello di un canale del polso, detto canale carpale. Questo canale è una struttura anatomica rigida, non dilatabile, situata alla base del palmo della mano, delimitata per tre lati dalle ossa e chiusa superiormente da un legamento, il legamento trasverso del carpo. Trattasi di una vera e propria galleria. Nel canale carpale, oltre al nervo, passano i nove tendini che fanno piegare le cinque dita. Il nervo mediano, appena uscito dal canale, si divide nei suoi rami terminali che portano lo stimolo motorio ad alcuni muscoli del pollice e la sensibilità al pollice, indice, medio e metà anulare.

Si parla di sindrome del canale carpale quando si determina una compressione del nervo mediano da parte di tendini ingrossati o a causa di una riduzione di diametro del canale stesso. Le cause possono essere molteplici. 

Le donne possono soffrire di questa sindrome anche solo transitoriamente in gravidanza o puerperio.

Quali sono i sintomi della sindrome del tunnel carpale?

I primi sintomi sono la sensazione di addormentamento e formicolio delle dita, prevalentemente pollice, indice e medio, durante il riposo notturno. Il paziente si sveglia e deve scuotere la mano. Successivamente si verifica l’estensione di questi disturbi anche di giorno e si verificano la caduta a terra di piccoli oggetti, la difficoltà nell’abbottonarsi e nel prendere un ago. La sintomatologia può quindi limitare molte attività quotidiane e lavorative. Con la progressione della sofferenza del nervo, si aggiungono riduzione di forza nella mano e dolore, esteso alla mano e all’avambraccio.

Come si cura la sindrome del tunnel carpale?

Nei casi iniziali può essere utile un trattamento conservativo con farmaci, terapie strumentali e tutore. Nelle forme più gravi, dopo adeguati accertamenti clinici e vari esami strumentali, si deve ricorrere alla chirurgia. Si può eseguire l’intervento chirurgico tradizionale, con incisione al palmo della mano di circa 3 cm, oppure con tecnica endoscopica. Si sceglie una o l’altra tecnica a seconda della causa che ha provocato la sindrome del tunnel carpale e a seconda del paziente. L’utilizzo di una tecnica non idonea espone il paziente a rischi anche importanti. Normalmente l’anestesia è locale e si esegue subito prima del polso. L’anestetico brucia per pochi secondi, prima di fare effetto.

Cosa aspettarsi dopo l’intervento?

Il paziente torna a casa, entro poche ore dall’intervento, con l’arto al collo. Quando termina l’effetto dell’anestesia può comparire un moderato dolore, ben controllato dalla terapia farmacologica antalgica post operatoria. Le dita devono essere mobilizzate precocemente, per evitare il gonfiore. Già dalla prima notte il paziente riposa meglio, senza disturbi.

Nella tecnica tradizionale, con incisione al palmo della mano, il paziente deve mantenere una medicazione per due settimane, senza bagnarla. La ripresa delle normali attività avviene entro 3-6 settimane. Nel caso sia adottata la tecnica endoscopica, il palmo della mano è libero da subito ed è possibile guidare già dopo pochi giorni. Il tempo di ripresa delle normali attività è dimezzato.

Il risultato dell’intervento e la completa ripresa funzionale della mano dipendono in gran parte dal tempo intercorso tra l’inizio dei sintomi e il trattamento. Nei casi più gravi o trascurati e nei pazienti più anziani possono persistere dei sintomi post-intervento.

Dopo l’intervento è talvolta necessario un ciclo di fisiochinesiterapia o il trattamento della cicatrice.

Possono esserci complicanze?

La cattiva cicatrizzazione della cute, ipertrofica e dolorosa, non è prevedibile ed è strettamente legata al soggetto. La recidiva della sindrome del canale carpale è rara ma possibile, conseguenza di aderenze interne del nervo o concomitanti malattie tendinee o reumatiche. L’occasionale successiva comparsa di “dito a scatto” non è conseguenza dell’intervento subìto, bensì la conseguenza di un’infiammazione dei tendini, possibile causa scatenante anche dell’antecedente sindrome del tunnel carpale.

L’algodistrofia (Complex Regional Pain Syndrome) è una complicanza rara ma possibile, ancora in fase di studio, caratterizzata da dolore, tumefazione, disturbi della sensibilità, impotenza funzionale della mano e può estendersi anche a tutto l’arto. La terapia è multidisciplinare e lunga, può durare anche 6-12 mesi.

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