La Società Italiana Genere Identità e Salute (SIGIS), con la Word Professional Association for Transgender Health (WPATH), ha definito alcune buone raccomandazioni di linguaggio per professionisti che lavorano nel settore della Disforia di Genere
Approccio alla Disforia di Genere
- Riconoscere la persona nella propria identità di genere: linguaggio inclusivo ed affermativo;
- Rispettare attraverso il linguaggio come la persona stessa si definisce e descrive, anche nel caso di identità non binarie;
- Chiedere sempre come la persona vuole essere appellata;
- Rispetto prima di tutto! Rispettare l’identità a prescindere dal percorso medico ormonale e/o chirurgico che la persona sta effettuando;
- Evitare le espressioni “sesso alla nascita” e “sesso biologico”, sostituendole per “genere assegnato alla nascita” o “genere legale”;
- Evitare un linguaggio stigmatizzante e patologizzante riguardo all’identità e al ruolo di genere;
- Evitare le espressioni “un/una trans” ed “un/una intersex” preferendo “persona transgender”, “persona trans” e “persona con condizione intersessuale”;
- Includere sempre le realtà non binarie evitando espressioni come “male-to-female”, female-to-male” “donna trans” e "uomo trans”. Preferire, invece, “persona assegnata a maschio alla nascita” (AMAB) o “persona assegnata a femmina alla nascita” /AFAB);
- Non sottomettere la persona a terapie o studi clinici non in linea con i diritti dell’uomo (es. Terapie riparative che impongono la conformità di genere);
- Evitare il misgendering. Utilizzare sempre un linguaggio che riconosca l’identità di genere della persona: femminile, maschile, non binario.
Potrebbe interessarti anche il seguente articolo: Trattamento con testosterone: come influisce sui differenti generi?