Le diete chetogeniche non sono tutte uguali

Le diete chetogeniche non sono tutte uguali

Editato da: Francesco Fusi il 05/04/2022

La Prof.ssa Caterina Conte, specialista in Medicina Interna a Milano e a Roma, ci aiuta a capire che cos’è la chetogenesi e che ruolo hanno i principali macronutrienti in questo processo

Cos’è la chetogenesi?

La chetogenesi è il processo in cui si formano i corpi chetonici.Fegato L’organismo utilizza di solito il glucosio (“zucchero”) come principale fonte di energia. Quando il glucosio disponibile è poco, come durante il digiuno prolungato o quando si riduce molto l’assunzione di carboidrati (“zuccheri”), l’organismo utilizza fonti di energia alternative, come i corpi chetonici. I corpi chetonici sono prodotti dal fegato, e derivano dal metabolismo degli acidi grassi. Perciò, la presenza di corpi chetonici (misurabili nell’espirato, nel sangue e nelle urine) indica che l’organismo sta utilizzando principalmente acidi grassi come fonte di energia. Generalmente, specie durante una dieta chetogenica molto ipocalorica, gli acidi grassi provengono dal tessuto adiposo, dove è “immagazzinato” il grasso.

 

Quali sono i principali macronutrienti e che ruolo hanno nella chetogenesi?

I carboidrati (semplici come gli zuccheri glucosio e fruttosio, contenuto nella frutta, o complessi come pane e pasta, ecc.) sono anti-chetogeni. Pertanto, qualsiasi cambiamento nella dieta che porti a un aumento dei livelli di glucosio (“zucchero”) nel sangue ridurrà la chetogenesi. I grassi sono principalmente chetogenici (90%), ma hanno anche una piccola componente anti-chetogenica (10%) dovuta alla presenza del glicerolo, che costituisce lo “scheletro” dei trigliceridi, perché il glicerolo può essere utilizzato per la produzione di glucosio da parte dell’organismo (gluconeogenesi). Le proteine stimolano il rilascio di glucagone, che promuove la chetogenesi, ma sono anche antichetogene perché alcuni aminoacidi (i “mattoncini” che costituiscono le proteine) sono usati per la gluconeogenesi e stimolano la secrezione di insulina, che può ridurre la produzione di chetoni da parte del fegato. Pertanto, la quantità di proteine influenza il grado di chetosi.

Cosa sono le diete chetogeniche?

La definizione di dieta chetogenica è molto variabile. In generale, le diete chetogeniche sono diete a bassissimo contenuto di carboidrati (meno di 30-50 g di carboidrati al giorno). Possono essere diete chetogeniche senza restrizione calorica, ad alto contenuto di grassi e a basso contenuto di carboidrati. Queste diete sono usate nella gestione di alcune malattie, come l’epilessia resistente ai farmaci, e non hanno come obiettivo primario la perdita di peso. Le diete chetogeniche a bassissimo contenuto di carboidrati (very low calorie ketogenic diets, VLCKD) sono diete molto ipocaloriche, con meno di 800 Kcal al giorno, che trovano indicazione per la perdita di peso. Entrambi i tipi di dieta comportano un contenuto proteico normale-alto, che è leggermente inferiore nelle VLCKD. La composizione dei macronutrienti delle VLCKD è tipicamente di 0,8–1,5 g di proteine/kg di peso corporeo ideale per indurre una rapida perdita di peso e preservare la massa magra corporea, e meno di 30-40 grammi di grassi al giorno. Durante una VLCKD vengono spesso utilizzati sostitutivi del pasto, per aumentare la varietà di sapori e per ottenere una maggior precisione su quantità e qualità dei macronutrienti. Dopo una prima fase di chetosi in cui sono consentiti solo pochi alimenti o pasti, vengono gradualmente reintrodotti gli alimenti naturali, consentendo una progressiva educazione alimentare che supporta il mantenimento del dimagrimento a lungo termine. Le diete chetogeniche isocaloriche (senza restrizione calorica) di solito non limitano i grassi e possono comportare un elevato apporto di acidi grassi saturi e di colesterolo. Inoltre, la marcata riduzione di carboidrati in queste diete impone l’assunzione delle sole verdure non amidacee, eliminando le verdure amidacee ricche di fibre, così come la maggior parte della frutta, dei legumi e dei cereali integrali, che vengono invece gradualmente reintrodotti dopo le prime fasi di una VLCKD.

Medicina Interna a Milano