Le famiglie in trasformazione e il processo di personalizzazione in adolescenza

Le famiglie in trasformazione e il processo di personalizzazione in adolescenza

Editato da: Antonietta Rizzotti il 08/11/2023

Negli ultimi venti anni si è assistito ad un notevole cambiamento dei tradizionali assetti familiari. Sono aumentate le separazioni e i divorzi delle coppie coniugali. Spesso accade che nelle classi delle scuole elementari il numero dei bambini figli di separati sia uguale o superiore a quello di bambini provenienti da famiglie con genitori conviventi (coniugati o no). Quando un evento sociale diviene molto frequente è probabile che esso incida su tutta la popolazione e non solo su quella direttamente interessata dal problema

Quali sono le tre considerazioni da fare?

Le tre considerazione da tener conto sono:

  • Il tempo che i bambini attualmente trascorrono con i propri genitori è fortemente diminuito. Il bambino trascorre molte ore della propria giornata fuori dalla propria abitazione stabilendo rapporti importanti con figure adulte diverse (insegnanti, baby-sitter, istruttori di attività ricreative). Il genitore ha sempre di più il compito di svolgere nei confronti del figlio una funzione ricettiva, integrativa e trasformativa delle diverse esperienze compiute dal bambino rendendo la propria relazione con il figlio il luogo dove realizzare una sintesi e una continuità delle esperienze vissute;
  • I ragazzi appaiono sempre più impegnati nel confrontare, comprendere e razionalizzare gli input provenienti dai diversi luoghi frequentati nell’ambiente extrafamiliare, con quelli provenienti dalla famiglia e dal loro medesimo mondo interno;
  • Nei figli di genitori separati o divorziati esiste una ulteriore complicazione nel processo di integrazione e formazione dell’identità rappresentato dall’impossibilità di vivere nell’ambito della stessa cornice spazio-temporale il rapporto con entrambi i genitori. Nel caso dei figli di separati la cornice spazio-temporale di riferimento è duplice. Dall’osservazione clinica risulta che il minore spontaneamente nella relazione con i rispettivi genitori valorizza la componente affettiva ed emotiva rispetto a quella sensoriale spazio-temporale. In questa situazione sociale in cui l’istituzione famiglia appare attraversata da numerose trasformazioni è utile cercare di comprendere in che modo oggi i ragazzi riescono a portare avanti il loro processo di identificazione, soggettivazione e personalizzazione.

genitori con il proprio figlio che osservano il panorama

Cosa accade nel processo di crescita?

Sul piano evolutivo il sé inizia sotto forma di potenziale nel neonato, può svilupparsi in modo completo solo se vi è un ambiente sufficientemente buono determinando l’affermarsi di una persona che riesce a distinguere il Me dal Non-Me. Nel ‘900 molti studi sul sé sono stati determinati dall’applicazione indiscussa dell’assunto cartesiano “cogito ergo sum” oggi sappiamo che occorre superare tale assunto che si basa sulla convinzione dell’esistenza innata del pensiero.

Gli studi sociologici, filosofici, ma soprattutto le scoperte scientifiche hanno permesso di superare il dualismo cartesiano e di evolvere verso una visione più complessa dell’individuo. La scoperta dei neuroni a specchio ha permesso di comprendere l’importanza del rispecchiamento e della riflessività nel processo costitutivo della persona, della relazionalità e dello spazio intersoggettivo.

Attualmente gli ultimi studi sul concetto di soggetto hanno evidenziato che è opportuno utilizzare il termine “soggetto” non come “agente dell’atto psichico…ma come processo” (Widlocher); Steven Wainrib afferma che “rendere soggettivo e divenire soggetto sono correlati. René Kaes insiste sul concetto di spazio intersoggettivo come luogo in cui avvengono i processi che consentono il divenire soggetto singolo e definisce la soggettivazione come il processo di trasformazione del soggetto che permette la definizione dell’Io del soggetto medesimo. L’autore inoltre sottolinea come tale processo continua sempre, poiché l’individuo continua tutta la vita a storicizzare gli eventi della sua vita medesima e cerca di superare eventuali esperienze traumatiche collocandole all’interno del divenire delle proprie esperienze di vita attraverso un processo di trasformazione e rimaneggiamento creativo che gli autori francesi indicano con il termine après-coup.

Qual è l’obbiettivo della ricerca

Questa ricerca sebbene limitata come numero di casi tuttavia si propone di comprendere quali meccanismi adattivi e difensivi vengono messi in atto dai diversi componenti del sistema familiare per affrontare il cambiamento del sistema medesimo.

La trasformazione del tradizionale assetto familiare ha indotto sia nei genitori che nei figli adattamenti che hanno come obbiettivo quello di mantenere un legame affettivo e emozionale al di là degli eventi della vita che hanno reso impossibile la convivenza continuata nell’ambito delle mura domestiche.

Il fenomeno di un cambiamento spazio-temporale all’interno del quale si verificano i rapporti familiari mi è sembrato un elemento comune a tutte le famiglie sia quelle cosiddette regolari che però devono fare i conti con i ritmi della vita attuale che quelle dei genitori separati o divorziati in cui il genitore deve riuscire a svolgere il proprio ruolo sebbene non viva più in modo continuato con il proprio figlio. Da qui l’ipotesi che si stia assistendo alla transizione da un sistema familiare in cui l’organizzazione familiare si basa sulla prevalenza di un paradigma spazio-temporale basato su percezioni fortemente sensoriali in cui la famiglia è collocata all’interno delle mura domestiche e i figli convivono con i genitori fino al raggiungimento dell’autonomia economica, ad un sistema familiare in cui la relazione familiare appare molto più basata sul legame affettivo genitore-figlio. Tale legame talvolta rimane su di una base puramente emozionale, altre volte riesce ad evolvere verso una cognizione emotiva più integrata.

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