Le lesioni tessutali generatrici di patologie: l'epilessia e le aritmie cardiache

Le lesioni tessutali generatrici di patologie: l'epilessia e le aritmie cardiache

Editato da: Alice Cattelan il 19/09/2023

Lo studio delle aritmie cardiache e delle crisi epilettiche supporta il modello patogenetico proposto nel primo articolo. Scopriamone di più insieme al Dott. Claudio Dell’Anna, esperto in Neurologia a Roma

Il modello patogenetico

Lo studio delle aritmie cardiache e delle crisi epilettiche ci conduce molto vicino al modello patogenetico proposto in precedenza, ove gli aspetti cruciali sono rappresentati dalla contiguità del tessuto cicatriziale a quello integro (con l’inevitabile scarto quantitativo tra le rispettive attività elettrotoniche) e dalle attività “omeostatiche” tese a ottenere la stabilità del parametro elettrofisiologico.

In cosa consiste la penombra ischemica?

Tale stabilità viene ottenuta attraverso un aumento dell'attività elettrotonica nel tessuto integro in contrasto con una riduzione di tale attività nel tessuto cicatrizzato. Nel caso di trauma cerebrale o infarto cardiaco, queste condizioni possono portare a gravi complicazioni. Infatti, sia nel cervello che nel cuore, una lesione con necrosi cellulare è circondata da un'area chiamata "penombra ischemica". Questa area ospita un gran numero di cellule che sopravvivono in uno stato di sofferenza e possono progredire verso la necrosi o mantenere un certo grado di vitalità.

In ogni caso, la penombra ischemica è caratterizzata da una condizione di costante eccitazione, che comporta alterazioni della funzione dei canali del sodio e del calcio, prodotti derivanti dalla respirazione cellulare che causano stress ossidativo e messaggeri chimici che promuovono l'eccitazione e l'infiammazione delle cellule. È in queste condizioni che si manifestano le crisi epilettiche nel cervello e disturbi della conduzione e del ritmo nel cuore.

La capacità delle lesioni tessutali di indurre condizioni di malattia

Dal punto di vista della capacità delle lesioni tessutali di indurre condizioni di malattia, ciò che sembra differenziare questi due importanti settori (cuore e cervello) dal resto dell'organismo è il diverso dominio temporale in cui gli eventi si verificano: nel cuore e nel cervello, tra l'insorgenza della lesione e la manifestazione delle sue conseguenze, trascorre un intervallo di tempo relativamente breve, mentre nel resto dell'organismo il lasso di tempo può essere molto più lungo.

Nonostante i traumi, gli errori genetici, le dinamiche autoimmunitarie, i batteri e i virus siano stati inclusi come possibili cause di malattia dalla medicina clinica nel corso del tempo, le lesioni tessutali sono ancora state considerate in ritardo. Data la numerosa evidenza che ne dimostra l'importanza patogenetica, si auspica che questo significativo arricchimento culturale e pratico-clinico non venga più trascurato.

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