Le malattie funzionali gastrointestinali: cause e trattamenti

Le malattie funzionali gastrointestinali: cause e trattamenti

Editato da: Cecilia Ghidotti il 05/04/2023

I sintomi gastrointestinali come il gonfiore e il dolore addominale sono molto comuni nella popolazione e comportano spesso una riduzione della qualità della vita e la richiesta di visita specialistica gastroenterologica. Si calcola che circa la metà dei pazienti che si rivolgono allo specialista abbiano una patologia di tipo funzionale ovvero che la sintomatologia non comporti anomalie dei test clinici di routine o degli esami strumentali come la gastroscopia o la colonscopia. La Dott.ssa Renata D’Incà ce ne parla in questo articolo

Sintomi gastrointestinali: quali?

I sintomi sono molteplici e variabili. I più comuni sono:

  • dolore addominale che migliora con l’evacuazione
  • modificazione della frequenza delle evacuazioni
  • cambio di consistenza delle feci
  • gonfiore addominale
  • flatulenza
  • senso di defecazione incompleta o difficoltosa

Questi sintomi vengono considerati spesso come naturali accompagnatori della vita di ciascuno di noi, restano enigmatici e spesso meno spiegabili rispetto alle patologie strutturali organiche.

ragazza con dolore addominale

Diagnosi

Tradizionalmente il medico esamina la possibilità che i sintomi rappresentino la manifestazione di una malattia infiammatoria, infettiva o neoplastica. Nella maggior parte dei casi l’approccio clinico include la prescrizione di esami biochimici o anche strumentali ma la diagnosi si basa sulla valutazione integrata dei fattori fisiologici e psicosociali che possono aver contribuito ad alterare la funzione gastrointestinale.  

Certo i fattori ambientali, le influenze della vita quotidiana, la storia precedente possono rappresentare il motivo per cui di fronte agli stessi sintomi un individuo sviluppa una sindrome clinica mentre un altro non ritiene opportuno rivolgersi al medico. Tipico è il caso del paziente che sviluppa sintomi persistenti dopo una intossicazione o un’infezione. Il ruolo del medico è molto importante per evitare di entrare nel circolo vizioso di eseguire esami sempre più sofisticati che comportano non solo costi ma aumento delle preoccupazioni del paziente e alimentano l’ansia e la ricerca di altre valutazioni sanitarie.

Negli ultimi decenni l’interesse verso queste patologie ha contribuito a migliorare le capacità investigative e ci ha permesso di quantificare il ruolo di fattori come l’ipersensibilità viscerale, le alterazioni del microbiota o della immunologia mucosale nella insorgenza dei sintomi. Anche lo studio mediante tomografia a emissione di positroni e la risonanza magnetica funzionale cerebrale hanno dato informazioni sulla modulazione da parte del cervello della funzione intestinale, categorizzando e quantificando l’effetto delle emozioni, dello stress, dello stato cognitivo sui sintomi.

Possibili terapie

Il trattamento efficace non è immediato da proporre dati i numerosi fattori che possono entrare in gioco per spiegare le loro cause: la loro percezione può infatti essere influenzata da stati fisiologici, psichici e socioculturali. Tutte queste componenti sono ben note per influenzare la vita quotidiana proprio perché determinano sofferenza, preoccupazione o paura tali da attribuire le cause a malattie gravi e incurabili.

La migliore comprensione delle diverse entità cliniche funzionali ha permesso di proporre terapie più mirate e certamente l’interesse dei media ha accresciuto l’interesse per la patologia sia della comunità medica che della gente comune.

Conclusioni

Cosa includiamo sotto l’ombrello di patologie funzionali quindi? Includiamo disordini dell’intestino come l’intestino irritabile ma non solo, anche disturbi esofagei, gastroduodenali, anorettali o della defecazione, tutti disturbi che hanno in comune alterazioni della funzione sensitiva o motoria del tratto gastrointestinale o alterazioni centrali nella processazione dei segnali viscerali e somatici.

La cura terrà conto delle aspettative del paziente, ove possibile sarà mirata al sintomo e dovrà coinvolgere il paziente nelle decisioni. Solo così potremmo ottenere buoni risultati e a stabilire un rapporto di fiducia duraturo. La guida verrà data dalla gravità dei sintomi, dallo stato psicologico e dal grado di influenza che questi hanno sulla vita di tutti i giorni.

Sintomi lievi permetteranno di effettuare interventi di tipo educazionale, dietetico e di rassicurazione, quelli più gravi un intervento farmacologico con monitoraggio dei sintomi e nei pazienti motivati che riconoscono relazione fra sintomi ed eventi stressogeni terapie cognitivo comportamentali, di rilassamento, ipnosi o combinate per ridurre l’ansia e incoraggiare una maggior presa di coscienza. Potranno essere necessarie diverse valutazioni, dovranno essere programmati obiettivi realistici per ciascun paziente, potrà essere necessario che il paziente riconosca il suo problema come cronico, l’uso temporaneo di terapia farmacologica mirata ai sintomi dominanti.

Gastroenterologia a Padova